Italia il Paese del Ben godi e dell'evasione fiscale


Partendo da molte considerazioni generalizzate che molti cittadini affrontano ogni giorno sulla situazione economica Italiana e sulle sue vicissitudini fiscali ,molti di noi si fanno una domanda;in Italia tutti pagano le tasse?
Se così fosse quante nuove risorse si potrebbero utilizzare? Pagare le tasse significa operare per il bene comune della collettività? Ridurre la pressione fiscale ridurrebbe l'evasione fiscale?
Tante domande che purtroppo hanno poche risposte. Ma cerchiamo di dare a tutto questo un valore di certezza attraverso i vari studi economici di settore forniti dall'associazione dei contribuenti italiani, che monitorizza l'evasione fiscale attraverso i vari sportelli front office dislocati in tutta l'Italia. E' proprio da questi dati che troviamo molte discrepanze tra quello che ci vogliono fare credere attraverso i media e la realtà dei fatti. Partendo dal redditometro si denota subito come solo tre contribuenti su quattro non risultano congrui alla media di reddito e non rispettano quanto richiesto dall'Amministrazione finanziaria in termini di reddito imponibile e conseguenti tasse versate. Il metodo applicativo è quello dell' accertamento sintetico denominato “redditometro”, che ricostruisce il reddito attraverso i consumi ed il tenore di vita, dove solo un italiano su 4 risulterebbe in linea con le pretese del fisco. Secondo i dati dello sportello del contribuente per l’anno d’imposta 2007 i non congrui erano il 72,6% e si stima che per l’anno 2008 aumenteranno fino al 76,3%. La stima per l'anno di imposta 2008 ci dice che l’evasione ha toccato il 24,2% del PIL.. L'anello mancante in questo caso è la notevole evasione fiscale dovuta anche alla mancata applicazione del redditometro da parte dell'amministrazione finanziaria con conseguenze devastanti solo per le famiglie e per le imprese che ricevono ogni giorno accertamenti per redditi che non hanno mai conseguito. Ad avvalorare tutto questo il caso del distretto industriale di “Scampia” (Napoli) che mette l'Italia al primo posto tra i paradisi fiscali europei. Nel famigerato quartiere di Napoli infatti, dove si combatte, in un'alternanza di guerra e pace , una continua faida di camorra, sono presenti ben 13.000 imprese di cui 8.600, tra ditte individuali e società di capitali che sono riconducibili a imprenditori cinesi che le gestiscono tramite prestanome. Oltre a questo sembra che a Scampia risulterebbero immatricolate a prestanomi anche 2234 auto di cilindrata superiore ai 2500 cc: un' arzilla signora di 82 anni figura infatti proprietaria di due Ferrari, sette Suv e dodici autovetture extralusso. Le ditte che operano nella periferia di Napoli sono 6600 ditte individuali,5100 società di capitali e 1300 di persone,le partite Iva aperte a Scampia sono 8600. Anche alcune multinazionali che hanno avuto il compito di effettuare delle statistiche sulle convenienza relativa alla sede dove aprire un'attività commerciale consigliano sempre la sede legale di Napoli e non di zurigo o delle Bahamas ,perchè il l 50% delle società non pagano le tasse, con punte record del 98% a Scampia. Continuando su questo percorso irto di ostacoli e di omertà tocchiamo anche il tasto dolente dei “ricchi nullatenenti” che in Italia hanno raggiunto nel 2009 la percentuale del 61%. Soggetti che oggi si possono permettere Yacht di lusso, sofisticate barche a vela e automezzi di grossa cilindrata che puntualmente sono intestati a nullatenenti o a pensionati ottantenni,prestanome di imprenditori facoltosi che hanno trovato così il modo di evadere le tasse. Alcuni dati forniti dal ministero delle finanze possono anche essere significativi in questo senso, nel 2007 infatti un italiano su due ha dichiarato al fisco un reddito inferiore ai 15mila euro contro lo 0,2 per cento che ne dichiara più di 200mila. Nello stesso periodo in Italia, venivano immatricolate 146mila vetture tra fuoristrada ed auto di lusso, e addirittura a 23mila italiani sarebbero state rilasciate altrettante patenti nautiche. Da tutti questi dati scaturisce certamente che l'Italia è il paese del Ben Godi dove i ricchi si possono permettere di non pagare o evadere le tasse mentre molti cittadini a reddito fisso continuano a pagare e sentirsi oberati dalla pressione fiscale rappresentando la base imponibile su cui fare conti e conticini nazionali sulle entrate fiscali dello stato.

Maurizio Cirignotta

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