Maria SS dell'Alemanna patrona della città di Gela


Nella giornata dell'otto settembre si ripercorre a Gela la festa della sua patrona Maria S.S. Dell'Alemanna.,dietro i veli del culto religioso anni di storia e di credenze popolari che vedono le loro origini nel ritrovamento miracoloso nelle campagne di Gela dell'icona della stessa Madonna avvenuto nel 1450 ad opera di un contadino. Una storia che inizia nel IX secolo quando Gela (Eraclea)era ancora sotto il dominio dei Saraceni quando già si parlava di una piccola sede di culto pagano posta in area di campagna(Feudo Margi) che nel 1199 fu elevata alla luce cristiana dai cavalieri teutonici, ordine infermieristico alemanno proveniente dalle crociate, dedicato alla cura dei feriti e degli ammalati ,eretta nel 1190 da Papa Celestino III ,che sotto l'adozione di Federico II riuscì a Gela nell'intento di costruire questa piccola chiesa con annesso ospedale, fregiando l'altare maggiore con una venerabile effige di Madonna con Bambino ,di classica natura bizantina, “Maria S.S dell'Alemanna”. Gli eventi e le guerre incalzanti del tempo obbligarono però i cavalieri teutonici a nascondere l'effige, intorno al XIV o al XV secolo. Sede del nascondiglio l'altare maggiore ad un metro di profondità ,per evitare la profanazione da parte dei pirati. Ma il disegno divino legato all'icona restituì la sacra immagine nel 1450 quando il solco di un aratro fece ricomparire l'effige della Madonna. Una data significativa quella del 1450 che ha portato Maria SS dell'Alemanna a proteggere la città di Gela da terremoti e siccità attraverso un percorso di fede popolare e di amore cristiano. Oggi nella sede dove fù ritrovata l'effigie sorge un santuario nato proprio dai ruderi della vecchia chiesetta dei cavalieri teutonici ed edificato nel 1979 per poi essere lasciato nell'incuria del tempo ad un destino di distruzione e di abbandono. Nell'ultimo periodo un gruppo di fedeli forti della loro fede Mariana hanno raccolto le lacrime della Madonna dando lustro al sito e manifestando il bisogno d'aiuto nei confronti delle istituzioni che ad oggi assenti riguardo eventuali contributi per imbiancare le pareti interne e rattoppare le crepe che oramai caratterizzano gran parte della struttura. Forse in altre città qualcuno avrebbe sentito il dovere sacro e santo di sviluppare la zona dove si è compiuto il ritrovamento, a Gela ,città della Mafia e del Malaffare, si pensa ad altro.......

Maurizio Cirignotta

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