Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2014

Italia : ”Tra nuove tasse e promesse politiche”

Immagine
Giornate, molto calde per il Tax Day, quelle del 29 e 30 di Novembre   2014 , che rappresentano per   l’ex premier Silvio Berlusconi   una rivalsa rispetto   al calo percentuale   di preferenze subito nelle ultime regionali di Calabria ed di Emilia Romagna. Con il Tax Day   Silvio rilancia a zero con la promessa di fare pagare a tutti il 20% sul reddito pro capite. Proposta molto allettante allo stato attuale e   specie per gli italiani che soffrono attualmente di una pressione fiscale   che colpisce i lavoratori con un 40,04% che   si traduce in circa 15000 euro in un anno. L’italiano medio su 100 euro guadagnati con il sudato lavoro dà allo stato   40 euro. In Italia Impazza la girandola di tassazione che prende di mira tutti i settori con il 22% dell’Iva ma non dimentica la Casa , l’Auto e la Salute. Un modello impositorio che gli italiani hanno voluto classificare con una top ten delle 10 tasse più odiate. Al primo posto il canone Rai,al secondo l’Aggio esattoriale,al terzo l’

Germania, “Pil in positivo a costo zero !!”

Immagine
Una notizia passata inosservata solo per i giornali Nazionali e riportata il 19 di agosto scorso dal  Wall Street Journal. La Germania nel silenzio assoluto ha emesso ben 5 milioni di Bond (Schatz) a tasso 0%. In pratica ha saldato il valore produttivo nazionale a costo “0”, stampando moneta per non entrare nel tunnel della crisi economica Europea. Una decisione che ha permesso alla Germania di presentarsi in Europa con un Pil superiore al debito pubblico. La dicitura del Wall Street Journal così recita: “The German Finance Agency Tuesday set a 0% coupon –or fixed annual interest payment– on the two year Treasury notes, known as Schatz, of which it aims to sell an initial €5 billion ($6.69 billion)”. La conseguenza di tutto questo è quella di dare benessere ai cittadini tedeschi che così hanno un pieno potere sul proprio reddito e la possibilità di reinvestirlo in economia di circolo nazionale, in beni e consumi. I parimenti cittadini Italiani , invece, questo non lo possono fare p

Lotta alla mafia: “Lo stato perde la partita sulla confisca dei beni ”

Immagine
Che la grande insufficienza burocratica sia di prassi in Italia, questo certamente è un luogo comune.   Notare invece che sia proprio questa macchina istituzionale a far perdere il passo nella lotta alla Mafia e creare certamente forti dubbi sulla ingarbugliata legislazione di merito e deleterio per il sistema istituzionale. In pratica il parlamento promulga le leggi ma non sa come applicarle. Questo è quello che succede oggi ai beni confiscati alla mafia che puntualmente in molti casi ritornano ai legittimi proprietari per vie traverse o che gettano intere aziende con centinaia di regolari dipendenti   nel tunnel della definitiva chiusura con i relativi licenziamenti. La gestione dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla mafia oggi ha infatti in carico ben 1700 aziende confiscate,di cui 1200 sono sotto la gestione della stessa agenzia. Nell'ultimo biennio, a fronte di un aumento delle confische in via giudiziaria, nella fase amministrativa, quella che determina la c

Sicilia Indipendente, “Un sogno che guarda la Catalogna”

Immagine
Le consultazioni svoltesi in Catalogna sebbene non di valenza costituzionale, ripropongono in maniera forte la voglia di una espressione democratica dei popoli, presenti anche in paesi evoluti come la Spagna. Un voto ,naturalmente simbolico, ma di notevole effetto mediatico per tutti i movimenti indipendentisti che nel tempo e nella storia hanno volto i loro pensieri verso un’autonomia negata o un’indipendenza più volte finita nel sangue come successo alla Sicilia del 1946. Il dato delle urne Catalano ha visto un netto 80,72 per cento dei Si, su due milioni di elettori. La forma democratica che la Catalogna ha scelto è comunque di esempio per altri regionalismi Europei a valenza Indipendentista.   Le dichiarazioni di   Artur Mas, presidente della catalogna   sono chiare : «Ci siamo guadagnati sul campo il diritto a un referendum definitivo», la risposta di Madrid è stata netta collocando il referendum sul piano della propaganda politica. Ma allora esiste il diritto di autodetermin