Il Colosso Eni e la Regione Siciliana obbligano Gela all’Acqua non potabile ?

Verità nascoste ed interessi miliardari dietro un bene pubblico?

Negli ultimi mesi è scoppiata a Gela in anticipo rispetto ai tempi stabiliti “la guerra” dell’acqua già preannunciata in vari forum mondiali che da Lisbona nel 1998 hanno ben capito che le nuove guerre mondiali si sarebbero fatte proprio per ottenere nuove risorse idriche di acqua potabile. Gela anticipa i tempi e innesca una nuova battaglia contro i mulini a vento che oggi sono rappresentati dalla nuova società di gestione Caltaqua S.P.A che viene da subito posta sul patibolo degli imputati dopo appena sei mesi di gestione. La società neo appaltatrice ha ottenuto infatti la gestione del servizio di distribuzione dell’acqua in tutta la provincia di Caltanissetta dall’Ato Idrico nuovo ente istituito dalla regione siciliana per dare i soliti posti di sottogoverno nelle 9 province e per sopperire e sostituire in maniera ottimale l’ E.A.S che da anni operava in regime di liquidazione societaria affannando servizi a disservizi e lasciando nella completa distruzione gran parte delle reti idriche comunali come quella di Gela ,ormai obsoleta ed insufficiente a sopportare portate e pressioni utili per una erogazione H24 alla cittadinanza. La rete inoltre è stata dimenticata anche dalle amministrazioni comunali di Gela che si sono susseguite da 40 anni infatti nessuno ha provveduto ad un rifacimento della stessa, come avvenuto invece in comuni vicinori quali Caltagirone e Licata. Oggi infatti la società di gestione rincorre giornalmente le innumerevoli perdite della rete idrica di Gela. Ma veniamo al dunque perché l’acqua di Gela non è potabile? Circa 45 anni fa quando ancora Gela viveva di agricoltura la vita della città era sana tranquilla e con acqua potabile proveniente dalle varie sorgenti naturali quali “bubbonia” ed altre, poi il sogno di E.Mattei padre dell’industria petrolifera ENI(Oggi a compartecipazione statale per il 30% del Ministero del Tesoro) e le prime perforazioni, l’inizio di un sogno fondato sul lavoro e sullo sviluppo industriale, il seguito è storia dei nostri giorni ……
Dal 1959 infatti tutto a Gela ruota attorno all’attività del petrolchimico,Politica,Sindacati,scelte di sviluppo del territorio,Tumori ,Malformazioni e infine aggiungiamo anche il business dell’Acqua, che invece di essere prelevata da fonti naturali da anni è stata volutamente introdotta nella rete pubblica da un dissalatore costruito all’interno della raffineria che doveva dare acqua a volontà alla città, potabile naturalmente, scegliendo per volontà ENI di inviare alla raffineria acqua buona da un invaso ”il Ragoleto” costruito ad Hoc per fare funzionare i suoi impianti,negli anni le cose si deteriorano ed anche il dissalatore dei desideri comincia a subire il peso degli anni e delle mancate manutenzioni ed ecco l’arrivo di denaro pubblico a fiumi per riparare il dissalatore struttura che come molti sanno dopo circa 10 anni ha costi proibitivi per la manutenzione eppure il business deve continuare, arriviamo ai nostri giorni e ci si mette anche la natura infatti i cambiamenti climatici riscaldano la normale temperatura del mare e allora una dissalazione anomala e la precipitazione dei metalli pesanti nell’acqua che arriva nei rubinetti come “acqua rossa”, l’acqua nel frattempo viene dichiarata non potabile da una sentenza del giudice di Pace seguita nel 2003 da una determina del sindaco Crocetta ma nessuno se ne accorge neanche l’ASL 2 che oggi dichiara che l’acqua è quasi potabile nella riunione tecnica svoltasi a Palermo con i rappresentanti della regione e Siciliacque. Intanto la situazione dei quartieri periferici come “Manfria” ed altri quartieri è critica infatti continuano a ricevere acqua rossa ,mentre nel frattempo in città proliferano le infezioni di“giardia” parassita intestinale che determina diarrea profusa e che sembra avere colpito più persone che hanno denunciato il caso ai carabinieri di Gela. Si vuole puntualizzare che ancora oggi l’acqua proviene dal dissalatore ENI e viene venduta a Siciliacque a 61 centesimi al metro cubo per poi riversarla a Caltaqua che la immette nella rete in condizioni di potabilità o di non potabilità? questo lo possono affermare solo i cittadini a spese della propria salute. Il perché di tali atteggiamenti da parte delle istituzioni sono sicuramente da ricondurre ai soliti interessi legati ai mancati guadagni infatti la non potabilità determinerebbe perdite miliardarie per Caltaqua e a monte anche per tutti gli altri gestori sovrambito come Siciliacque che come previsto da un provvedimento Cipe dovrebbero far pagare all’utenza il 50% delle bollette gia inviate per l’erogazione di acqua non potabile. Un dilemma la non potabilità dell’acqua che a Gela purtroppo ha degli strascichi annali con responsabilità disattese da parte di tutti e che in questi giorni deve essere solo dimostrato dall’amministrazione comunale nelle varie riunioni tecniche che si susseguiranno a Palermo e a Roma .

Maurizio Cirignotta

Commenti

Anonimo ha detto…
Carissimo sig. Cirignotta, sono anni che sento parlare del problema acqua in modo improprio e strumentale, e me ne sono occupato personalmente (pagando) con l'associazione ARIA NUOVA, e in precedenza con ITALIA NOSTRA.
il risultato del nostro lavoro, pur avendolo protato a conoscenza di tutte le istituzioni, e pur trovando conferme quotidiane nei fatti, non viene mai preso in considerazione ne promosso o pubblicato, i nostri comunicati stampa vengono sistematicamente censurati e le nostre azioni in tribunale (oltre 10 procedimenti penali in cui noi, e non comune provincia etc etc. siamo parte civile a difesa dei cittadini)
continua ad essere shcifato dal modo di trattare i gelesi da parte di chi dovrebbe servirli, e vorrei chiederle di veirficare la situazione di cui le parlo accettando innanzitutto la proposta di un incontro.
la mia email è scicol1@imcomail.com
www.geleselibero.splinder.com
Anonimo ha detto…
Carissimo sig. Cirignotta, sono anni che sento parlare del problema acqua in modo improprio e strumentale, e essendomene occupato personalmente (pagando) con l'associazione ARIA NUOVA, e in precedenza con ITALIA NOSTRA, lo conosco a fondo.
Il risultato del nostro lavoro, pur avendolo portato a conoscenza di tutte le istituzioni, e pur trovando conferme quotidiane nei fatti, non viene mai preso in considerazione ne promosso o pubblicato, i nostri comunicati stampa vengono sistematicamente censurati e le nostre azioni in tribunale (oltre 10 procedimenti penali in cui noi, e non comune provincia etc etc. siamo parte civile a difesa dei cittadini) rallentate o ostacolate con mezzi non sempre legali.
Continuo ad essere schifato dal modo di trattare i gelesi da parte di chi dovrebbe servirli, e vorrei chiederle di verificare la situazione di cui le parlo accettando innanzitutto la proposta di un incontro.
la mia email è scicol1@imcomail.com
www.geleselibero.splinder.com

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