Guerra Israele-Palestina: gli Ebrei dimenticano “La propria Memoria”

La guerra in Palestina giunge al 109° giorno dai fatti della mattina del 7 ottobre 2023 quando Hamas ha lanciato una enorme raffica di razzi nel sud di Israele. Accompagnati da un raid nei territori israeliani che hanno determinato oltre 250 morti ed almeno 1450 feriti e la cattura di 242 ostaggi. Una reazione quella di Hamas avvenuta dopo che i coloni Israeliani avevano preso d’assalto il complesso della moschea di Al-Aqsa provocando un gran numero di morti tra i Palestinesi. Dietro questi fatti ben sedici gli anni di blocco israeliano che fin dal 2007 ha mantenuto lo stretto controllo sullo spazio aereo e sulle acque territoriali di Gaza ed ha limitato la circolazione delle merci e delle persone dentro e fuori Gaza. Ad Oggi più di cento giorni di sangue che hanno determinato 1300 morti tra gli israeliani in contrapposizione di più di 24 mila morti tra i palestinesi (compresi i terroristi di Hamas). Una disumanità che ha determinato un vero disagio forzato in riferimento sia alle condizioni di disagio quali il freddo, le malattie e la mancanza di cibo e acqua per la popolazione. Molti i profughi costretti a scappare circa 1,9 milioni di palestinesi in considerazione che nella striscia abitavano 2.3 milioni di persone. Un processo di distruzione di un popolo voluto da Israele e dai suoi compagni d’armi che chiedono il cessate il fuoco, ma forniscono palesemente un appoggio militare e la fornitura di armi. La soluzione che Israele ha scelto è quella finale in un analogismo nazista soffuso ma reale in chiara dimenticanza della loro stessa macabra storia. Le dichiarazioni del premier sono chiare:” solo la vittoria totale garantirà il ritorno dei nostri ostaggi”. Nessuna apertura sulla soluzione a due stati, ma una determinante azione che mira a cacciare tutti i Palestinesi da Gaza attraverso la loro completa uccisione e migrazione dai territori, senza nessuna pietà o soluzioni, un “Uccideteli tutti !!” questo il diktat. Certamente il paragone con la 2 guerra mondiale e ben lontano dai 6 milioni di ebrei Uccisi, ma l’idea è quella ed i dati ne danno ragione in quanto si vogliono distruggere le future generazioni cancellando la storia di un popolo, quello Palestinese. Guardando i dati aggiornati di quello che sta’ succedendo a Gaza vediamo ad oggi l’uccisione di 25.105 persone tra cui 9600 bambini, 6750 donne, feriti più di 62.681 tra cui 8663 bambini e 6327 donne, disperse 8000 persone. Nella vicina Cisgiordania sono state uccise 369 persone di cui 95 bambini, feriti più di 4000 persone. In Israele uccise 1139 persone e ferite 8730. A Gaza secondo l’ufficio delle Nazioni Unite più della metà delle case di Gaza circa 360.000 unità abitative sono state distrutte o rese inabitabili, ben 378 strutture educative eliminate, 16 Ospedali su 35 sono funzionanti. Distrutte 122 Ambulanze e 221 luoghi di culto. I rimasti abitanti di Gaza non hanno più un luogo sicuro dove andare, le mappe fornite dall’esercito israeliano sono inaffidabili in quanto non sono alla portata degli abitanti per la mancanza di elettricità e Internet in seguito al collasso delle infrastrutture di telecomunicazioni. Per questo motivo la popolazione rappresenta un vivo bersaglio e ogni giorno muoiono 15 persone di cui 6 sono bambini, 35 persone rimangono ferite, 42 bombe vengono sganciate, e 12 edifici distrutti. Purtroppo, anche chi vuole dare informazione cade vittima di questa guerra e ad oggi se ne contano 94 di cui 87 palestinesi,3 libanesi e 4 israeliani. I dati ci permettono di capire che la soluzione finale sta’ per arrivare e le risoluzioni dell’Onu sono ben lontane da un processo militare di distruzione totale della popolazione di Gaza.

                                                                                                                                   MCV

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