INPS: Un’Italia a due velocità, il disagio sociosanitario dei cittadini del Sud

Il valore della vita in Italia risente anche della localizzazione territoriale che presuppone maggiori diritti al Nord ed una visione ben diversa al Sud. Una situazione che certamente fa indignare la beneamata Costituzione, scelta a parere valutativo secondo le convenienze. Uno stato di diritto che fonda le sue basi su disuguaglianze che colpiscono i più poveri e bisognosi di assistenza sociale e sanitaria. Il caso di Antonio Madrassi 61 anni di Gela, rappresenta l’esempio di un processo difforme di valutazione sociosanitaria da parte dell’INPS che opera sotto il cappello governativo nella sua azione di diritto lenta e molto discutibile oltre che ambigua nelle valutazioni incentivanti. La storia inizia nel 2019 quando A.M. ex agente immobiliare si trovava a fare la spesa presso un supermercato in Lombardia e nel finire del suo percorso proprio all’uscita veniva colpito da un ictus cerebrale. Un giorno maledetto che certamente accomuna tante persone. Ma nel caso di Antonio ha rappresentato il drastico cambiamento della sua vita, già in estasi celestiale per il coma, che dopo il risveglio si accorge di non potersi più muovere. Inizia un calvario classico di un disabile che non può muovere gli arti superiori e con problemi alla parola accompagnati da un nuovo compagno la sedia a rotelle. Una condizione che porta lo stesso a rivolgersi alle autorità competenti per il riconoscimento dell’Invalidità e dell’indennità di accompagnamento che gli viene riconosciuta nel 2021. Antonio però sceglie di ritornare nella sua amata Sicilia e si accorge che le cose non stanno come in Lombardia ed alla visita di revisione svoltasi presso la sede di Caltanissetta gli viene negata l’indennità di accompagnamento sebbene lo stato di salute sia grave in riferimento alla totale dipendenza dalla sedia a rotelle e dal bisogno di un’assistenza continua per svolgere le normali azioni quotidiane. Naturalmente attraverso l’opera di avvocati benevoli visto che Antonio vive con 500 euro al mese viene approntato il ricorso ma ancora oggi 27 novembre 2023 nessun esito o risposta. Una vita che nei due anni trascorsi è stata un vero calvario vista l’impossibilità di poter pagare una necessaria assistente. Questa purtroppo è l’Italia delle grandi Opere che guarda con i grandi riflettori la solita pubblicità politica e diciamocela tutta anche le grandi guerre ed i miliardi spesi in armi finite molte volte al macero e lascia però nella propria dimenticanza morire di stenti i propri cittadini, in questo caso proprio un disabile grave.

                                                                                                      Di Maurizio Cirignotta 


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