Sicilia: Modello Veneto dalla Corea del Sud per superare la crisi da Coronavirus
Nasce
dalla Corea del Sud l’esempio di un processo di contenimento del Covid-19 una
azione diretta verso i cittadini a spregio della stessa Privacy che ha avuto i
suoi risultati non superando alla data odierna i 10.000 casi di infezione
globali nel paese. L’azione principale si è soffermata su di un controllo a
tappeto delle comunità fin dall’inizio
dei primi casi nella città di Daegu, 230 km a sud -est di Seul ( sede di una
setta (la Shincheongji ). La zona è stata contenuta nella diffusione del
contagio ,affrontando un controllo di prevenzione basato sulle diagnosi
immediata attraverso i tamponi di circa
200.000 persone . I test in esame hanno superato in tutto il paese il numero di 3700 per milione di abitanti e addirittura sono stati fatti solo nella zona della
setta (origine del contagio)189.236 persone e posti in quarantena in attesa dei risultati
17.458 persone . Una quarantena controllata anche dal sistema di iper connessione dei
cellulari attraverso i GPS ,tracciamento
dei pagamenti attraverso le carte di credito con il risultato di avere in tempo
reale una visione del problema . Sistemi che violano certamente la privacy
dei cittadini ma che hanno ottenuto risultati certi in zone ad alta densità
abitativa come quella del Gyeonggi e Gyeongsang che comprendono circa 23
milioni di persone ed un numero di nuovi contagiati giornalieri che si aggirano
al limite di 10 e 11 persone. Questa
azione di prevenzione massiccia che non è certo stata attuata in Italia specie
in alcune regioni del nord come la veneto ha Lombardia.Il veneto invece ha validato il modello coreano ,anche se nel piccolo, attuando uno screening diagnostico che
ha permesso di notare come solo il 3% della popolazione era positiva contenendo
quelle persone alla quarantena obbligatoria , molte di queste persone
erano positive. Il Virus ha una latenza anche di 10 gg prima di
scoppiare come una bomba ad orologeria. Utile quindi rafforzare la sorveglianza
dei territori ed attuare uno screening di massa, delimitando se possibile i
territori sede di contagio. La Sicilia in tal senso oggi avendo un numero di
contagi limitati rispetto ad altre zone del nord deve attuare un regime da
guerra biologica per contenere il contagio in attesa che il grande esodo dei
giorni scorsi ,circa 31.000 emigrati, possa portare in Sicilia un’ epidemia
epocale. Occorre partire da questi conterranei che devono rispettare la
quarantena ma da soli e non con i familiari. Il pugno duro potrà disturbare i siciliani
per qualche giorno ma poi i risultati si vedranno. Inoltre occorre potenziare
la sanità che deve essere sottoposta immediatamente tutta ad un processo di
screening anche con intervento della sanità militare. Non debbono assolutamente
mancare i DPI di protezione e naturalmente i posti covid -19. Il problema è
rompere la catena del contagio e non arginarlo .
Di Maurizio Cirignotta
Di Maurizio Cirignotta
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