Flottilla in arrivo a Gaza, Paura e fretta per una Pace a Gaza decisa a tavolino dall’America

In seguito alla devastazione di Gaza da parte di Israele che ha provocato ad oggi circa 80 000 morti di cui 80% civili nasce nei mesi scorsi una larga coalizione internazionale fatta di imbarcazioni civili libere che si sono date il compito di portare aiuti umanitari direttamente nei luoghi di guerra. Le 500 barche hanno già attraversato il mediterraneo e sono a 200 miglia marine da gaza ed ancora in acque internazionali, sono state lasciate sole dalla Marina Militare Italiana e dalle altre Imbarcazioni di scorta degli altri paesi perché che a loro dire non può andare oltre questo limite, unica Nazione fuori dal coro la Turchia che si è trovata pronta ad assistere la Flottilla . Da premettere che la parte di competenza di Israele è di 12 miglia nautiche dalla costa di Gaza City e quindi le acque internazionali sono ben lontane dalla posizione della Flottilla. Una situazione esplosiva per il Totalitarismo globale di Israele che si ritroverà ad abbattere o requisire ben 500 barche in arrivo a Gaza con tutti i suoi partecipanti creando una situazione mediatica di largo impatto globale.

L’atteggiamento di Israele già sentito attraverso le parole di Netanyahu all’Onu ha rappresentato facendo un parallelismo storico il classico tema del Totalitarismo di cui uno dei massimi esponenti di psicologia di massa fondata sull’ipnosi è il Prof. Mattias Desmet che spiega come vengono strutturate queste strategie. La creazione di un nuovo sistema sociale a Gaza basato sulla ricerca di una sicurezza è solo imposizione di paura e frutto di un’idea totalitaria di potere. Una vera isteria di massa che continua ad interessare i nostri tempi. Strategicamente utile ad attuare l’indottrinamento e la sottomissione basata sulla paura di morte. Una formazione di massa che mira a trovare solidarietà come soluzione alla propria ansia. Colpire il bersaglio in questo caso la flottilla significa ridurre l’ansia ed evocare un nuovo senso sociale di solidarietà attraverso il cambiamento impositorio. Viene così annullato il senso critico e la libertà che trasforma gli uomini in esseri muti molte volte intolleranti e persino meschini e crudeli in un cerchio magico che ipnotizza allontanando la persona dalla realtà. Sono 4 le condizioni che devono agire contemporaneamente: Isolamento, Dissenso, condizioni che creano l’ipnosi di massa e che addormentano l’essere umano all’interno di una larva protettiva.

La storia ci insegna che, quando avvengono tali condizioni avviene il risveglio delle masse con la creazione di rabbia e la massa comincia a vedere il mondo usando le maggiori azioni per il bene della giustizia, si cerca così di ripristinare le condizioni reali cosa che Flottilla vuole arrivando nei luoghi di guerra per toccare con mano la falsa informazione sugli aiuti umanitari del GHF organizzazione umanitaria fantoccio USA – Israeliana nata con lo scopo di uccidere nel mucchio i palestinesi affamati che vede a capo un certo Jake Wood ex cecchino della marina statunitense. Crimini di guerra nascosti che il totalitarismo non vuol fare vedere.

Una condizione per l’idea totalitaristica di Israele è quella di giustificare il proprio atteggiamento ed in tal senso ricordiamo la recente macchina del fango contro la Flottilla nata con i nomi di Birawi e Kashk legati alla Fredoom Flotilla che secondo le agenzie di stampa collegano la Flottilla con Hamas I due nomi su tutti vengono additati dallo Stato ebraico: Zaher Birawi e Saif Abu Kashk, entrambi indicati come operatori del Pcpa (Conferenza per i palestinesi all'estero), bollata come organizzazione terroristica da Israele nel 2021 in quanto "ramo di Hamas". Quello di Birawi è certamente il nome più noto - e più controverso - tra quelli accusati da Israele: tra i fondatori della Freedom Flotilla International Coalition, è un giornalista palestinese-britannico di un canale televisivo satellitare in lingua araba di Londra, ed era presente al varo della missione della nave Madleen a giugno.

Dall’altra parte dell’oceano l’atteggiamento del paese più forte al mondo (TRUMP- ONU) grande alleato di Israele in un bilaterale decide una pace veloce che contiene 20 punti chiave. Prima di tutto la cessazione delle ostilità ed il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza. Hamas dovrà rilasciarli in un’unica soluzione 48 ore dopo l’accordo con Israele, che in cambio interromperà le operazioni militari iniziando un graduale ritiro delle truppe dall’enclave. Nella Striscia, poi, saranno introdotti aiuti umanitari massicci, distribuiti da Nazioni Unite e Mezzaluna Rossa, ma c’è una certa vaghezza (probabilmente voluta) per un possibile ruolo della Gaza Humanitarian Foundation (GHF). Per Hamas, invece, il piano prevede una soluzione di compromesso con un disarmo totale e nessun futuro nel governo della Striscia, in cambio dell’amnistia per i militanti e dell’esilio per i leader.

Il punto numero 9 affronta il tema della governance di transizione della Striscia – che ricalca molti dei punti del piano elaborato dall’ex premier britannico, Tony Blair, e dal genero di Trump ed ex consigliere dalla Casa Bianca, Jared Kushner – secondo cui a governare temporaneamente la Striscia dovrebbe essere una squadra di tecnocrati palestinesi, supervisionata da un nuovo organismo internazionale istituito dagli Stati Uniti in consultazione con i partner arabi ed europei. La “Gita” (Gaza International Transitional Authority) nascerebbe sotto egida Onu e avrebbe sede ad Al-Arish, nel nord della penisola del Sinai, in Egitto. Secondo il piano nessun abitante di Gaza sarebbe costretto a lasciare la Striscia, mentre non viene fatto nessun accenno alla Cisgiordania, nonostante Trump avesse opposto nei giorni scorsi un secco ‘no’ all’annessione da parte di Israele. Di Stato palestinese, invece, si parla solo in appendice: se tutto a Gaza andrà come da programma, “potrebbero esserci le condizioni per un percorso credibile” in quella direzione.

Infine la Flottilla continua il suo percorso e nella notte del 30/09/2025 si vedranno gli esiti di un percorso corale ed internazionale libero e volontaristico che porterà aiuto umanitari a Gaza con tutte le incognite della pericolosità dell’azione e delle reazioni di Israele .

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