Licata. Festa di S. Angelo a 400 anni dal miracolo della Peste


Iniziano il 16 agosto 2025 a Licata, città marinaresca che si affaccia sul mediterraneo, i festeggiamenti in onore di S. Angelo di Gerusalemme Martire. La ricorrenza e volta al ricordo del miracolo del santo nei confronti della peste del 1625 che colpì la città di Licata già infestata dall’epidemia. I miracoli, comunque, si sono susseguiti anche in altri casi un cui la città ha sofferto di grandi pestilenze.

S. Angelo, Padre Carmelitano, nato a Gerusalemme il 2 marzo 1185 da un parto gemellare in una famiglia ebrea poi convertitasi al cristianesimo, arrivò dal mare da Gerusalemme, approdando prima a Roma per una breve permanenza e poi inviato in Sicilia a Licata. La scelta di Angelo fu quella di abbracciare la fede cristiana per tutta la vita, la sua ordinazione avvenne sul monte Carmelo in Palestina. Un abbraccio di vita verso l’ordine del Carmelo fondato dal Profeta Elia. La sua storia di fede è stata caratterizzata dall’evangelizzazione del popolo palestinese attraverso i molti miracoli compiuti. Fu scelto dall’ordine per andare a Roma a sottoporre al Papa Onorio III la regola adottata da San Broccardo, regola che dopo pochi anni il Papa adottò assieme alla Regola di San Francesco, confermando la regola carmelitana a cinque anni dalla morte.

Angelo in seguito fu inviato in Sicilia con il compito della predicazione contro le eresie catare: qui predicò a Palermo, Cefala Diana dove guarì sette lebbrosi, successivamente si recò ad Agrigento e Sant’Angelo Muxaro dove celebrò messa per gli abitanti. Infine, approdò a Licata dove si imbatte in un signorotto locale, un certo Berengario il Cataro, che viveva peccando e nell’incesto avendo rapporti con la sorella, fatti che indussero S. Angelo a convincere la moglie a lasciarlo. Il Signorotto accecato dalla rabbia lo assalì ferendolo con cinque colpi di spada. Trasportato in una casa vicina morì il 5 maggio 1220 per le ferite, prima di morire chiese di perdonare l’omicida. Sepolto nella stessa chiesa dove fu ucciso, il suo culto si sviluppò rapidamente.

Il 16 di agosto 2025 la chiesa dove riposano le spoglie del santo si riempie di un tripudio di fedeli per assistere alla traslazione dell’urna argentea verso l’altare principale che avviene attraverso un preciso rito in cui sono coinvolti il Sindaco di Licata, il Rappresentante della Curia Vescovile ed il Capo dell’associazione pro S. Angelo in possesso delle tre chiavi che aprono i cancelli della cappella dove l’urna argentea viene conservata per tutto l’anno.

Appena aperto il primo lucchetto riecheggia nella chiesa la voce degli adepti dell’associazione tutti vestiti in scuro che a gran voce dicono: “E ki semmu surdi e muti?” ed i fedeli rispondono “Evviva S. Angelo”. Una volta uscita dai cancelli l’urna viene portata a spalla dai membri dell’associazione per tutta la chiesa fino ad arrivare all’altare maggiore dove viene posizionata in attesa di essere portata in giro per tutta la città sia nel giorno del 16 agosto dove il santo fa visita ai luoghi dove la peste si sviluppò. Il giorno successivo del 17 Agosto si caratterizza per la sfilata dei ceri dedicati al santo e custoditi dai portatori che solitamente sono marinai, infine il fercolo con le spoglie viene portato in giro per tutta la città.

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