Gaza, la Fame che Uccide
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Foto Ali Jadallah |
In pratica gli aiuti umanitari nelle popolazioni di gaza sono stati ridefiniti dal 19 di maggio 2025 per volontà del primo ministro Benjamin Netanyahu che ha magnanimamente optato per consentito la ripresa delle consegne di aiuti " minimi " dopo aver stabilito che l'imminente carestia di massa rappresentava una "linea rossa" denunciata dalla comunità internazionale che avrebbe potuto mettere a repentaglio l'indispensabile sostegno degli Stati Uniti, tradizionale complice di Israele nel crimine e principale e complice del suo massacro. Una vera esca per alimentare le uccisioni di massa che stanno ancora una volta avvenendo proprio mentre la popolazione è alla disperata ricerca di cibo.
Il 01 giugno 2025 un bombardamento delle forze israeliane ha colpito civili in fila davanti a un punto di distribuzione di aiuti umanitari a Rafah e nel sud di Gaza. Lo riportano i media arabi, citando i paramedici palestinesi. Il bilancio delle vittime e stato di 39 persone e di 220 feriti in condizioni critiche. Le bombe sono cadute sulla folla radunata all’ingresso del campo gestito dall’organizzazione Gaza Humanitarian Foundation.
Secondo le dichiarazioni dell’ex capo della diplomazia europea Josep Borrell meta delle bombe che cadono sui civili a gaza sono prodotte in Europa. Continua Borrell “Se l'Europa volesse... ha molte opportunità di influenzare Israele. L’ex alto rappresentante per gli Affari Esteri dell'Unione ha detto che la Commissione europea potrebbe limitare il commercio con Israele e imporre sanzioni al suo gabinetto ma dubita che l'Europa prenderà provvedimenti. Una grande ipocrisia che ricade sui civili di Gaza di fatto sulla popolazione di Gaza con delle colpe che nessuno potrà cancellare.
Tutte queste uccisioni di massa organizzate e mascherate dalla diplomazia umanitaria di Israele e degli Stati Uniti rappresentano per i Palestinesi una scelta decisamente orribile quella di morire di fame o di morire cercando di procurarsi del cibo, queste le uniche due opzioni in una guerra che possiamo considerare genocida in cui Israele ha bombardato indiscriminatamente ospedali, campi profughi e tutto ciò che può essere bombardato, uccidendo circa 64.000 in considerazione delle 14.000 persone che non risultano all’appello visto che sono sotto le macerie di Gaza.
Un motivo per ammettere che sotto gli occhi della comunità internazionale compresa l’Italia la distribuzione di cibo a Gaza oggi avviene solo sotto la supervisione di appaltatori armati statunitensi in centri di distribuzione situati in prossimità delle posizioni militari israeliane. I quattro siti attualmente operativi si trovano nella striscia di Gaza centrale e meridionale, mentre una parte significativa della popolazione dell'enclave si trova a nord. Per raggiungere i centri di distribuzione, molti palestinesi devono percorrere lunghe distanze e attraversare le linee militari israeliane, mettendo ulteriormente a repentaglio la propria vita.
Certo, l'idea di attirare persone affamate in punti geografici specifici per facilitare la conquista genocida di Israele è singolarmente diabolica. Ed in questo tutte le dichiarazioni di un mondo politico che si basano sul moralismo e sulle belle parole non riescono a cambiare quello che hanno già deciso ad alti livelli. Le stesse dichiarazioni delle Nazioni Unite che hanno criticato duramente l’uso di aiuti umanitari con questa tipologia gli approcci verso le popolazioni. La chiara influenza degli stati Uniti che aveva messo a capo del GHF un certo Jake Wood, l'ex cecchino della marina statunitense che ha ricoperto la carica di direttore esecutivo del GHF prima delle sue recenti dimissioni, con la chiara motivazione che "non è possibile attuare questo piano nel rispetto rigoroso dei principi umanitari di umanità, neutralità, imparzialità ci fa capire cosa ci sia dietro la farsa degli aiuti umanitari a Gaza.
In tal senso possiamo ricordare come Israele sfrutti la necessità del cibo per distruggere le popolazioni ricordando i fatti del 29 febbraio 2024 dove 112 palestinesi disperati furono massacrati mentre facevano la fila per la farina a sud-ovest di Gaza City. Più di 750 persone rimasero ferite.
Tra le dichiarazioni della popolazione notiamo: “Siamo andati in questa nuova area e ne siamo usciti a mani vuote", ha detto la residente Layla al-Masri a proposito di un nuovo punto di distribuzione GHF. "Quello che dicono sulla loro volontà di sfamare la popolazione di Gaza sono bugie. Non danno da mangiare né da bere alla gente". Uno dei rischi è quello di vedere scomparire persone dopo avere raggiunto i punti di distribuzione. "Uno di questi casi riguarda un uomo della famiglia al-Mughari. La famiglia sta facendo appello al CICR, all'OCHA e alle squadre di protezione civile affinché vadano a cercarlo in quella zona, molto vicina al Corridoio di Netzarim (nella Striscia di Gaza centrale)".
Intanto il cessate il fuoco tanto osannato dai media è stato oggetto di una fumata nera cadendo nell’oblio dei poteri forti. In una dichiarazione rilasciata sabato mattina, Hamas aveva affermato di aver presentato una risposta a Witkoff e che la proposta "mira a raggiungere un cessate il fuoco permanente, un ritiro completo dalla Striscia di Gaza e a garantire il flusso di aiuti" ai palestinesi di Gaza. Hamas ha aggiunto che, come parte dell'accordo, saranno rilasciati 10 prigionieri israeliani ancora in vita, nonché i corpi di 18 israeliani morti, in cambio di un "numero concordato di prigionieri palestinesi".Witkoff ha definito la risposta di Hamas "totalmente inaccettabile".
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