Gaza il Ritorno, una pace ancora da definire ?

Sono migliaia gli sfollati che nell’ambito della guerra con Israele sono stati mandati via dalle loro case per la miope ricerca da parte di Israele degli ostaggi di Hamas, famiglie intere e bambini sono stati completamente gettati all’abbandono senza cibo ed una casa dove abitare. Circa 300.000 persone sfollate con la forza stanno tornando nelle zone devastate della Striscia di Gaza settentrionale,mentre le forze israeliane interrompono le operazioni, come concordato nei primi tre punti del piano del cessate il fuoco con Hamas, il ritiro è parziale. La via Al-Rashid di Gaza, che negli ultimi mesi ha assistito a massicci spostamenti di popolazione verso nord e verso sud, mentre i palestinesi fuggivano dagli attacchi israeliani, è nuovamente testimone di un'ondata di umanità in movimento.

Una speranza quella dei palestinesi che il cessate il fuoco possa permettere il passaggio lungo il corridoio di Netzarim che porterebbe gli sfollati verso una meta definitiva. Le attività di guerra di Israele hanno infatti distrutto parte dell’autostrada rendendo difficile il passaggio per chi trasporta i propri effetti personali ad Al Nuseirat , le famiglie camminano verso Gaza City, bambini, donne, anziani, automobili, furgoni, carretti trainati da asini carichi di mobili. Le famiglie hanno rimosso le loro tende di fortuna per riposizionarle sulle rovine delle loro case distrutte a Gaza City".

Inizialmente questi residenti furono costretti ad abbandonare Gaza City a causa dei bombardamenti, ma al loro arrivo trovarono condizioni di sovraffollamento nella parte centrale e meridionale di Gaza." Sebbene questo ritorno segni un momento storico, nota delle falle umanitarie notevoli. La maggior parte dei rimpatriati sta scoprendo pochissimi edifici intatti a Gaza City è distrutta, a seguito dei bombardamenti incessanti e dell'invasione via terra di Israele. Occorrono dei rifugi temporanei e unità abitative mobili per queste famiglie di ritorno che si accorgono di trovare il nulla.

Gli accordi di pace hanno voluto chiudere un capitolo nero e gettare un colpo di spugna su una guerra quella che Israele ha sferrato contro Gaza che ha ucciso almeno 67.211 persone e ne ha ferite 169.961 dall'ottobre 2023. Mentre 1.139 persone sono state uccise nel sud di Israele durante gli attacchi del 7 ottobre 2023 e circa 200 sono state fatte prigioniere. Un grande divario che pone il processo di pace di fronte all’odio di una popolazione per quello che ha dovuto subire. Dobbiamo ammettere che il cammino della pace in medio oriente è ancora incerto e che le firme poste in garanzia da Egitto ,Qatar , Turchia e Stati Uniti sono relative alla creazioni di un processo basato su intenti di Pace in Medio Oriente che sono iniziati solo il 13 ottobre 2025 con uno scambio di prigionieri da ambedue le fazioni in conflitto di cui 20 ostaggi vivi Israeliani e 28 morti , e 1718 Ostaggi Palestinesi di cui 258 Ergastolani.

Dietro le quinte dettate dall’accordo la traballante politica di Netanyahu che vede una buona fetta di popolazione contraria alla guerra attuata in questi 2 anni e questo lo si è visto alla Knesset durante il discorso di Trump quando due parlamentari hanno uscito due cartelloni dove chiaramente era scritto che loro non erano d’accodo con il genocidio. Trump il grande alleato e amico di Netanyahu con lo scambio dei prigionieri ha certamente dato un grande aiuto all’amico di sempre dando credibilità anche nei confronti della sua popolazione.

I restanti 17 punti dell’accordo di pace sono i più difficili perché prevedono il disarmo di Hamas. Ma la fazione Politico - Armata Palestinese accetterà di consegnare le armi ? Un ostacolo fondamentale al processo di pace di ampio respiro mediatico internazionale di cui i media non hanno parlato. Israele e Hamas hanno infatti accettato il cessate il fuoco e lo scambio dei prigionieri ma permangono ancora divergenze controverse tra le due parti, in particolare per quanto riguarda la sorte delle armi del gruppo palestinese. Israele insiste da tempo affinché Hamas consegni tutte le sue armi se vuole porre fine alla sua guerra biennale contro Gaza, e pretende anche che il gruppo rinunci al governo dell'enclave palestinese e si sciolga come organizzazione. Da parte sua, Hamas ha pubblicamente respinto gli appelli a consegnare le armi, ma gli esperti affermano che il gruppo si è dichiarato disponibile in privato a consegnare parte del suo arsenale. "Quando si parla di disarmo, è qui che si è assistito al più grande cambiamento nella posizione di Hamas", ha affermato Hugh Lovatt, esperto di Israele-Palestina presso l'European Council on Foreign Relations (ECFR). Ma sembra che Hamas rinuncerà alle armi solo quando non ce ne sarà più bisogno. Ciò significa che le consegnerà a una leadership palestinese che assumerà il controllo di uno Stato Palestinese solo dopo che Israele avrà posto fine alla sua occupazione", ha dichiarato Keshawi.

Nell’ambito di tali dichiarazioni ci sono delle incognite dovute ai vari gruppi che costituiscono Hamas e tra queste figurano la Jihad islamica palestinese (PIJ), il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) e le Brigate dei martiri di Al-Aqsa. Questi gruppi sono da tempo impegnati a condurre una resistenza armata contro Israele e non è chiaro in quale misura siano stati degradati dagli incessanti bombardamenti a tappeto condotti da Israele negli ultimi due anni.

Durante il genocidio di Israele, riconosciuto come tale dagli studiosi, dalle Nazioni Unite e dai gruppi per i diritti umani, Israele ha anche sostenuto famigerate bande criminali affinché rubassero e traessero profitto dai pochi aiuti che consentiva l'ingresso nella Striscia di Gaza dando loro armi e fucili per uccidere i Palestinesi. Molti abitanti di Gaza ritengono che Hamas dovrebbe preservare alcune capacità militari per impedire a queste bande di sfruttare un possibile vuoto di potere. Inoltre tra le fila di Hamas si pone il dubbio come ha dichiarato Lovatt che la Task force internazionale sia al servizio degli obbiettivi di Israele.

Infine possiamo affermare che il percorso di pace è certamente controverso e difficile in quanto le dichiarazioni dei garanti firmatari dell’accordo Qatar ,Turchia , Egitto e stati Uniti non hanno assolutamente parlato di stato palestinese che invece rappresenta il punto di non ritorno per una pace duratura .




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