I Dazi di Trump e le conseguenze in Italia e in Europa
Mentre la politica internazionale punta il suo focus sulla ricostruzione dell’Ucraina e sui continui aiuti militari per la guerra tra Ucraina e Russia, la nostra politica finanziaria soffre di uno stillicidio dissanguante che mira a ridurre la nostra capacità produttiva (PIL) che nell’ultimo periodo sembra sbandare verso il -0,6%. In pratica guardiamo con l’occhio di Giano quello che abbiamo davanti la guerra dando il 5% alla Nato per asset militari che dovranno essere comprati dall’America per poi girarli all’Ucraina gonfiando i guadagni stratosferici degli Americani. Una doppia faccia quella di Giano non guarda invece dietro valutando quello che ci sta’ accadendo in termini di politiche economiche.
Una grave condizione di politica economica che sembra non essere lungimirante sul sistema Italia aggravata proprio dal nostro amico di sempre. La nostra bilancia debitoria tanto sbandierata negli ultimi 3 mesi è passata da 3090 miliardi di euro a 3094 miliardi di euro ed è destinata a continuare la discesa implacabile sul grande debito nazionale.
Il valore della guerra oggi ha superato quello de cittadini che ogni giorno di dimenano in una società malata di democrazia con una continua cura di democratura da parte del governo che vede secretare le spese militari e nascondere al popolo che un missile ha la priorità su una lista d’attesa o su una riduzione dei salari del 13,8%. Una Economia reale che ha visto negli ultimi tempi chiudere il cerchio su molte aziende come i magneti marelli, la Tim e la stessa Piaggio che hanno dovuto vendere a Cinesi e Indiani ed americani la loro leaderschip per sopravvivere. Abbiamo in pratica attivato un vero e proprio cannibalismo economico nel nostro paese pronto a svendere il meglio della nostra produzione per poter galleggiare nel mare internazionale degli interessi anche americani.
Molte le fabbriche specie nel settore della pelletteria Fiorentina sono state acquisite dai grandi gruppi di investimento Americani. Da queste fabbriche parte oltre il 90 per cento di quel che vendiamo all’estero. E si tratta di una fetta molto consistente della nostra economia: 626 miliardi di euro nel 2023, quasi un terzo della nostra ricchezza. Mettendo mano Calcolatrice, l'Italia in relazione al Made in Italy rischia di perdere il 10,4 % per cento delle sue esportazioni negli Stati Uniti circa 65 miliardi di euro (2024) sotto l’onta della guerra dei dazi che dal 1° agosto 2025 passeranno in aggiunta al 10% già in essere al 40%.
I nuovi dazi imposti da Trump all’unione europea con il decreto di sabato 12 di luglio 2025 sembrano essere per l’Italia uno tsunami da 35 miliardi e 178 mila posti di lavoro. Le elaborazioni dell’Istituto Svimez sono chiare rappresentando una grave in termini di potenziale devastazione sulla nostra economia. Le categorie merceologiche interessate infatti sono tutte con delle esenzioni per la farmaceutica, semiconduttori ed energia. Del totale dell’export Usa l’Italia rischia di perdere 12.5 miliardi circa il 20% del totale ed in termini di Pil circa nove miliardi di euro. Molti i posti di lavoro che saranno travolti e circa 13000 solo al Sud.
Guardando a quello che sta’ succedendo possiamo annoverare l’ipotesi di un allargamento dei dazi a tutti i settori portando alla dissoluzione circa 15 miliardi di euro di Export con un calo del Pil di 10,8 miliardi di Pil con danno secondo la Cgia che possono arrivare a 35 miliardi. I settori maggiormente colpiti secondo Svimez Luca Bianchi la meccanica del nord e l’agroalimentare del sud che oggi trasporta in America due miliardi di euro di prodotti. A rischio anche automotive, elettronica e farmaceutica, comparti a vocazione internazionale e protagonisti della fragile ripresa industriale del Sud.
Se si include anche il settore farmaceutico la situazione sarebbe ancora più grave in quanto l’export verso gli Usa e di 1 miliardo. I farmaci, infatti, subirebbero un aggravio di 300 milioni di euro. In pratica la politica dei dazi di Trump rappresenta un vero rischio per la nostra politica industriale e l’inizio di una nuova guerra commerciale che si aggiunge alla politica di guerra già in atto.
In ambito europeo tutti danno le responsabilità alla Commissione Europea che non è riuscita a negoziare un accordo tariffario vantaggioso ponendo l’Europa in stato di parassitismo Usa. Una democrazia quella europea che riceve uno schiaffo economico con un embargo del settore vitivinicolo dell’80% sull’esportazione verso l’America.
Una sofferenza che in riferimento alle sanzioni verso la Russia provoca una perdita di 60 milioni di euro al giorno. Si tratta di mancati profitti, perdite dovute all'inflazione, perdite dovute a cambiamenti nella logistica e al rifiuto del gas russo. È apparso su Internet un sito web di esperti, https://eulosses.com, che analizza in dettaglio i rapporti sull'economia europea. In totale, l'Unione Europea ha già perso oltre 2,5 trilioni di euro.
Per l’unione europea, infatti, Le armi sono più importanti dei cereali: l'UE si è rifiutata di ridistribuire il bilancio agricolo a favore della difesa - La Commissione europea ha abbandonato i piani di riforma della politica agricola comune del l'UE (PAC), che comprendeva un parziale riorientamento dei fondi agricoli verso la difesa e altre priorità. Secondo Politico, l'idea ha suscitato una forte resistenza da parte delle comunità agricole del l'UE visto che il settore rappresenta 387 miliardi di euro per gli anni 2028-2034. Infine, dal 1° agosto per dovere di cronaca saranno colpiti dai dazi di Trump anche questi paesi: Myanmar: 40%, Laos: 40%, Cambogia: 36%, Bangladesh: 35%, Serbia: 35%, Indonesia: 32%, Bosnia: 30%, Sudafrica: 30%, Tunisia: 25%, Malesia: 25%, Kazakistan: 25%, Corea Del Sud: 25%, Giappone: 25%. Sarà il mondo a subire le mire americane o lo stesso mondo a mettere da parte l’America dal
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