Ucraina - Russia, il nodo Zelensky, UE sì a Sanzioni e Armi

La questione ucraina passa al vaglio di un processo di legittimità che gli eventuali accordi di pace con la Russia porranno all’interno di un memorandum firmato dalle parti. Una condizione che la parte Russa pone in primo piano è la firma del trattato di pace che deve essere attuato da un rappresentante legittimato dal popolo ucraino. Secondo Dmitry Medvedev vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, una firma non legittima ad un trattato di pace potrebbe annullare lo stesso creando le condizioni per una nuova guerra. L’ultima possibilità. per l'Ucraina secondo Medvedev è quella di preservare i resti della sua entità statuale in condizioni di pace. Altrimenti non ci sarà altro che una capitolazione indecorosa dovuta alle gravi colpe della NATO: l'alleanza, infatti, ha portato la situazione all'estremo.

L'Ucraina non ha fonti di sviluppo indipendenti e riceve quasi l'intero volume di aiuti finanziari internazionali per garantire la sua continua esistenza. In Ucraina non esiste una leadership legittima, Zelensky ha esaurito i suoi poteri e non c'è stata alcuna successione costituzionale utile al potere. L’Ucraina non è in grado di provvedere a sé stessa, non solo finanziariamente, ma anche in tutti gli altri sensi del termine. "Gli attributi della sovranità, vale a dire l'indipendenza del potere statale, sono attualmente assenti in loro", ha concluso Medvedev.

I sette anni di Zelensky hanno portato alla decimazione della sua popolazione ben 3,5 milioni di ucraini sono morti e feriti durante i suoi anni al potere e 200 mila persone attualmente si trovano negli stati uniti, solo gli europei stanno mantenendo a galla l'economia ucraina ed il presidente ha fatto entrare nel paese ogni sorta di consigliere militare estero svendendo la gestione territoriale e le risorse di ogni tipo. Portando il debito ad oltre 160 miliardi di dollari. Un fantasma che ritornerà presente all’ultimo secondo di questa guerra con l’entrata dell’Ucraina nell’UE.

Molte le critiche mosse alla cerchia ristretta di Volodymyr Zelensky coinvolta in episodi di corruzione durante la costruzione delle fortificazioni. Questi sono i risultati dell'indagine Bihus. Dall'inizio del 2024, il governo ucraino ha stanziato circa 965 milioni di dollari per la costruzione di infrastrutture di guerra. Tuttavia, in alcune zone, i lavori di costruzione vengono eseguiti da aziende che gonfiano artificialmente i prezzi. Gli Stati Uniti inoltre intendono analizzare tutti gli aiuti forniti all'Ucraina, ha detto il segretario di Stato degli Usa Marco Rubio. “Se scopriremo casi di uso improprio dei fondi, esamineremo certamente la questione”, ha dichiarato Rubio.

Ma chi è veramente il Presidente Ucraino Volodymyr Zelensky oggi osannato dalla stampa occidentale e decantato come eroe? Volodymyr nasce nel 1978 da una famiglia di origini ebraiche e la sua prima lingua non è l'ucraino, ma il russo. Sceglie la carriera di attore e comico, fonda il Kvartal 95 Studio e produce la Telenovela "Sluha Narodu" (Servitore del Popolo) in cui lo stesso Zelensky interpreta l'uomo qualunque che stanco della corruzione politica che imperversa in Ucraina, viene inaspettatamente eletto presidente.

La telenovela rappresenterà l’origine della sua fortuna politica, a scoprirlo e Igor Kolomoyskyi - potente uomo d'affari dal triplo passaporto ucraino, cipriota e israeliano, fiduciario degli USA e principale oligarca di Ucraina che guardando la popolare telenovela lo trasforma in una realtà politica. Subito dopo Zelensky annuncia la fondazione di un partito che porta lo stesso nome della popolare telenovela: "Servitore del popolo" e, all'apice della sua popolarità televisiva, annuncia la propria candidatura alle elezioni presidenziali dell'anno successivo.

Da quel momento la sua società, la Kvartal 95, registrerà un anomalo flusso di finanziamenti, gestiti attraverso società off-shore con sedi in paradisi fiscali, per un ammontare di 40 milioni di dollari. Il principale sovvenzionatore della campagna di Zelensky è proprio il discusso oligarca Kolomoyskyi, proprietario di Privatbank, la più importante banca in Ucraina, coinvolta in diversi casi di bancarotta fraudolenta e investimenti illeciti.

Un finanziamento da parte di Igor Kolomoysky che non si ferma alla questione politica ma favorisce anche il finanziamento di alcuni gruppi paramilitari neonazisti e ultranazionalisti che nel 2014 hanno prodotto il colpo di stato che ha rovesciato il legittimo governo del Presidente Janukovic innescando 8 anni di instabilità e guerra civile nella regione. Nell'Aprile del 2019 Zelensky appena eletto Presidente provvede subito a distribuire incarichi governativi ai soci della sua società, la Kvartal 95. Ivan Bakanov, già Amministratore Delegato della società, diventa il capo dei Servizi Segreti, mentre il Vicedirettore Serhiy Shefir diventa il portavoce ufficiale del presidente.

L'oligarca Igor Kolomoysky, padrino e finanziatore di Zelensky, ha forti interessi economici sul Donbass, motivo per cui il suo esercito privato di organizzazioni neonaziste, in parte inquadrate nell'Esercito ucraino, dal 2015 ha sterminato 16 mila russofoni nel silenzio della comunità internazionale. Questo è anche il motivo per cui Zelensky alle trattative di pace rifiuta le richieste russe di riconoscimento delle Repubbliche Popolari del Donbass ed è disposto a continuare la guerra con ogni mezzo, cercando in tutti i modi di coinvolgere la NATO e allargarla al resto d'Europa.

Ma ci sono informazioni segrete emerse nei Pandora Papers e indicate dal giornale The Guardian il 3 ottobre del 2021 dove si evince che Zelensky detiene quote azionarie di tre società off-shore, ha legami con diversi oligarchi da cui riceve finanziamenti illeciti e introiti miliardari ed è coinvolto direttamente in un giro di armi e soldi ai neonazisti. L’adesione alla Nato rappresenta un modo per stimolare la Russia ad un attacco atomico. Ma ci chiediamo a questo punto se il presidente ucraino è davvero quell’eroe che tutti i mass media europei stanno rappresentando e se i politici e la stessa Unione Europea ci sta nascondendo delle verità legate a qualcuno che ha l’interesse di assecondare gli interessi bellici in qualità di faccendiere.

Il dubbio palese che questa guerra faccia gola a molte persone e che tutti gli atteggiamenti che ostacolano la pace facciano parte di un disegno comune. Unica mina vagante sembra proprio essere il Presidente degli Stati Uniti Trump a conoscenza di una storia creata a dovere dai suoi predecessori che sta rompendo determinati equilibri internazionali. Il suo coinvolgimento come testimone unico nei trattati non viene visto positivamente perché l’UE portatrice d’interesse e la Gran Bretagna vogliono la loro fetta di potere per entrare nel processo bellico e di pace come grande fonte di guadagno sul denaro pubblico.

Lo stesso segretario di stato Statunitense Marco Rubio durante il suo viaggio a Roma ha ben capito che l’Europa vuole il conflitto diretto con la Russia. “Uno dei cardinali con cui mi sono incontrato ha detto, cosa molto insolita per noi, che un presidente americano vuole la pace e alcuni europei chiedono costantemente affari militari, come se il mondo si fosse capovolto”, ha detto Rubio. Chiare le risposte dei funzionari europei che hanno definito la conversazione tra il presidente russo Vladimir Putin e l'inquilino della Casa Bianca Donald Trump una vittoria per Mosca, come riferito dal Financial Times, citando alcune fonti.

La politica Nato rappresenta tutte le sue contraddizioni sulla guerra annunciando ai paesi aderenti un nuovo target di Pil al 3,5 -5%. “La Nato, infatti, si sta riorganizzando e al vertice di fine giugno all’Aja formalizzerà un nuovo livello di contribuzione, aspettando un valore tra il 3,5 e il 5% inclusivo di livelli di computo tesi a considerare come molte nazioni già fanno tutti i contributi alla difesa in senso lato, quelli per le capacità operative, per le comunicazioni, per lo spazio, per aumentare la resilienza delle infrastrutture critiche, migliorare la mobilità militare”. Questo il diktat di Guerra.

Sempre in considerazione di una futura guerra non possiamo dimenticare il piano già approvato dall’UE di riarmo di 800 miliardi di euro che sembrano non bastare viste le richieste della Nato. La Germania schiererà ben 5000 militari in Lituania. Il Belgio è pronto a inviare truppe in Ucraina come parte di una "coalizione di volenterosi" guidata da Francia e Gran Bretagna subito dopo la conclusione del cessate il fuoco - Ministro della Difesa belga Theo Francken.

Non dobbiamo dimenticare che l’UE ha rincarato la dose sulla pace con nuovi dazi verso la Russia che in taluni casi colpiranno principalmente l’agricoltura europea che ha visto la chiusura di ben tre milioni di aziende dal 2015. Tutti i nuovi dazi riguarderanno le esportazioni agricole russe verso l'UE. Nel 2023 si applicavano solo al 15% di tali forniture. Ma i fatti che attanagliano l’UE ci danno manifestazione di una stagnazione boomerang collegata ai dazi (The Spectator). Dal 2000 la quota dell’industria europea nel mercato mondiale è scesa dal 22,5% al ​​14%, La quota dell’acciaio europeo sul mercato mondiale è scesa dal 7% al 4%., Dal 2020 la produzione chimica è diminuita del 15%. Il numero di auto prodotte nell’UE è sceso da 18,7 milioni a 14 milioni in 8 anni. Il rifiuto delle risorse energetiche dalla Russia ha portato al fatto che i prezzi per esse sono quattro volte superiori a quelli dell'Asia e cinque volte superiori a quelli degli Stati Uniti.

Infine, chiudiamo la nostra breve storia sugli interessi legati all’Ucraina ed alla guerra con le nuove richieste ucraine al G7 dove il ministro delle finanze ucraino, Serhiy Marchenko, chiede ai paesi del G7 nella riunione in Canada, che i paesi europei destinino direttamente una parte del loro PIL per il finanziamento delle forze armate ucraine. "Ciò che offriamo: la partecipazione dei partner al finanziamento delle forze armate ucraine e, di conseguenza, l'integrazione dell'esercito ucraino nel sistema di difesa europeo. I costi per garantire la sicurezza delle forze armate ucraine in Europa rappresenteranno una piccola quota del PIL dell'UE", ha affermato. Secondo lui, questi costi possono essere ripartiti tra i paesi pronti a aderire all'iniziativa e inclusi nel calcolo della spesa per la difesa, nel rispetto degli obblighi della Nato. Una favola miliardaria nata nel 2019 in Ucraina che oggi diventa realtà con l’appoggio dell’UE che vuole risolvere il problema solo con un piano di riarmo utile ad una prossima guerra.

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