Sicilia Indipendente, “Un sogno che guarda la Catalogna”
Le consultazioni svoltesi in Catalogna sebbene
non di valenza costituzionale, ripropongono in maniera forte la voglia di una espressione
democratica dei popoli, presenti anche in paesi evoluti come la Spagna. Un voto
,naturalmente simbolico, ma di notevole effetto mediatico per tutti i movimenti
indipendentisti che nel tempo e nella storia hanno volto i loro pensieri verso
un’autonomia negata o un’indipendenza più volte finita nel sangue come successo
alla Sicilia del 1946. Il dato delle urne Catalano ha visto un netto 80,72 per
cento dei Si, su due milioni di elettori. La forma democratica che la Catalogna
ha scelto è comunque di esempio per altri regionalismi Europei a valenza
Indipendentista. Le dichiarazioni
di Artur Mas, presidente della
catalogna sono chiare : «Ci siamo
guadagnati sul campo il diritto a un referendum definitivo», la risposta di
Madrid è stata netta collocando il referendum sul piano della propaganda politica.
Ma allora esiste il diritto di autodeterminazione dei popoli universalmente
sancito dall’ONU o No ?. La modulazione del diritto internazionale purtroppo e
molto vaga e certamente molto derivata dalle realtà loco regionali dagli
interessi statali. La Catalogna comunque rappresenta una speculare rivendicazione
storica molto simile alla Sicilia Regione Isola di valenza normativa
autonomista all’interno dello Stato Italiano . Una storia quella della Sicilia
che si è aperta da decenni e nella precisione storica dal 1860, data in cui la
Sicilia fù annessa all'Italia. Molto sangue nei tempi futuri che ricadono nell’anno
1946 fu versato in tal senso con i moti dell'Evis (Esercito Volontario per
l'indipendenza della Sicilia). Nacque così lo statuto di autonomia un evento
pattizio tra la Sicilia in rivolta ed il Regno d'Italia,era il 15 maggio 1946.
Un evento seguito dall'annessione dello Statuto alla costituente Italia con
legge costituzionale del 26 febbraio 1948 n° 2. I Siciliani indipendenti
crederono mestamente di aver raggiunto una certa autonomia dallo stato
centrale. Ben 43 articoli modulati e scritti per meglio operare. Nessuno aveva fatto
i conti con gli ascari ,eletti dal popolo siciliano che proprio a Roma sotto l’egidia
di interessi personali avrebbero
favorito l'inizio della demolizione dello statuto. Lo stato italiano non ha mai
digerito l'autonomia siciliana e lo ha dimostrato rendendolo privo di potere di
norma, tra gli articoli, ne elenchiamo alcuni: L'art.lo 38 che presupponeva di
ridare ai siciliani tutto il denaro che in fatto e in diritto era stato
sottratto dal 1860 al 1943 con i torti finanziari, sociali ed economici
inflitti all'Isola dall'Italia durante i primi 83 anni di dominazione
colonialista , i soldi sarebbero stati seppure gradualmente e sotto una voce
"umanitaria", l'Art. 14 che presupponeva una legislazione esclusiva
in ben 27 materie elencate nello stesso articolo(vedi statuto) è stato
distrutto da tutta una serie di norme unitarie nazionali, l'art. 15 che
presupponeva in maniera lungimirante l'abolizione delle provincie fu dichiarato
incostituzionale quando la legge regionale del 24 febbraio 1951 fu dichiarata
illegittima, Gli art.li 21 e 22 sono stati solo una beffa nessun
governo,infatti li ha mai presi in considerazione il varo della
legge per l'istituzione dell'ENEL ne rappresenta l'esempio.(Cfr. ARS,
Resoconti Parlamentari V legislatura, CCVII Seduta, 22 febbraio 1965, pagg.
394-395), l'art. 31 non ha mai visto la nascita di un corpo di Polizia Regionale
o un chiaro potere del presidente della regione in merito, le prefetture non
sarebbero mai esistite in Sicilia. l'art. 40 dedicato all'incameramento di
valuta pregiata non è stato mai applicato. Una storia sancita dalla norma e
negata ai Siciliani attraverso il
mancato sviluppo dell'Isola in termini di industria, collegamenti ferroviari, strade
,agricoltura , pesca, turismo,moneta autonoma ed altro. Molti dettagli storici
che non hanno mai portato ad una soluzione democratica simile alla Catalogna
che ha avuto la forza di portare le parole all’interno di un percorso di realtà
popolare.
Di Maurizio Cirignotta
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