Italia : ”Tra nuove tasse e promesse politiche”
Giornate, molto calde per il Tax Day, quelle del 29 e 30 di
Novembre 2014 , che rappresentano per l’ex premier Silvio Berlusconi una rivalsa rispetto al calo percentuale di preferenze subito nelle ultime regionali di
Calabria ed di Emilia Romagna. Con il Tax Day Silvio rilancia a zero con la promessa di fare
pagare a tutti il 20% sul reddito pro capite. Proposta molto allettante allo
stato attuale e specie per gli italiani
che soffrono attualmente di una pressione fiscale che colpisce i lavoratori con un 40,04% che si traduce in circa 15000 euro in un anno. L’italiano
medio su 100 euro guadagnati con il sudato lavoro dà allo stato 40 euro. In Italia Impazza la girandola di
tassazione che prende di mira tutti i settori con il 22% dell’Iva ma non
dimentica la Casa , l’Auto e la Salute. Un modello impositorio che gli italiani
hanno voluto classificare con una top ten delle 10 tasse più odiate. Al primo
posto il canone Rai,al secondo l’Aggio esattoriale,al terzo l’Iva seguono al
quarto Accise su benzina,energia elettrica e metano, al quinto Bollo Auto ,al
sesto IMU/TASI/TARI/TARES,al settimo i Ticket sanitari,all’ottavo i contributi
dei consorzi di bonifica,al nono l’IRAP ed al decimo l’IRPEF. A fare la
speciale ricerca è il centro Studi e Ricerche Sociologiche "IKRLS-ADB"
di Krls Network of Business Ethics per l’ Associazione Contribuenti Italiani ed attraverso lo Sportello del Contribuente, su
un campione casuale di cittadini maggiorenni residenti in Italia, intervistati
telefonicamente nella seconda settimana di novembre, si evince che la tassa più odiata dagli italiani è il Canone
Rai, che è risultato anche l'imposta più evasa. Dal sondaggio è emerso che due cittadini su
tre pensano che il Canone Rai sia un "abbonamento annuale" e non una
tassa. Al secondo posto si colloca l'aggio esattoriale percepito da Equitalia
che unitamente agli interessi della riscossione incidono sensibilmente nei
bilanci familiari. Dal sondaggio è emerso che tre cittadini su quattro
ritengono che il compenso per l'attività di riscossione dei tributi sia oltre
che esoso, un aiuto di Stato. Al terzo posto si piazza l'IVA che, con l'aumento
dell'aliquota dal 21 al 22%, scala la top ten della classifica e si colloca al
terzo posto. Si prevede che a fine anno, con l'ulteriore possibile aumento
dell' imposta sul consumo dal 22% al 23% potrebbe scalzare dal primo posto il
canone Rai. Al quarto posto si collocano le accise su benzina, energia
elettrica e metano che quest'anno hanno fatto lievitare sensibilmente il costo
del carburante, nonostante il calo del greggio, fino a farlo diventare il più
caro in Europa. Mantiene il quinto posto il sempre verde "bollo
auto". Molti i cittadini pensano
che sia un'imposta desueta al pari del Canone Rai e che il sospettato aumento
del 12% è una imposizione esasperata su di un bene di comune utilizzo. In
generale le imposte più odiate sono quelle indirette, che si pagano senza tener conto del
reddito pro capite e quelle che incidono sui consumi. Se, infatti, sembra
logico da parte dei cittadini partecipare al prelievo fiscale collettivo in
maniera progressiva rispetto al redditi percepiti durante l'anno, non sembra
altrettanto accettabile vedersi tassare
ripetutamente in base anche ai consumi. Tale imposizione colpisce il cittadino
senza tener contro della propria capacità contributiva in dispregio del dettato
costituzionale. In alcuni casi, poi, addirittura si assiste ad una doppia
imposizione indiretta come nel caso dell'applicazione dell'IVA sulle accise
presente sull'acquisto di carburante o nel consumo di energia elettrica. Nel
2014 solo 2 cittadini su 10 capiscono perché pagano le tasse, 8 su 10 si
considerano sudditi di una amministrazione finanziaria sprecona, troppo
burocratizzata che viola ripetutamente i diritti dei contribuenti senza cautela
alcuna. Una condizione che stà
disincentivando il pagamento delle tasse e d incentivando l’evasione fiscale oggi aumentata del 3,6% raggiungendo l’astronomica
cifra di 180,8 miliardi di euro all'anno. Lo stallo invece si stabilizza negli sprechi di denaro della pubblica
amministrazione, nella sua inefficienza, nella scarsa qualità dei servizi
offerti, nelle violazioni allo statuto dei diritti del contribuente, e nei mancati rimborsi fiscali, il fisco lunare e
l'inefficacia delle esattorie che rendono superfluo la gran parte del lavoro
fatto nella lotta all'evasione fiscale dalla Guardia di Finanza e dalle
Amministrazioni finanziarie. Gli Agenti della riscossione, ogni anno,
riscuotono per gli enti impositori, meno del 10% di quanto accertato. Uno studio
molto dettagliato che ci pone in raffronto ad alti paesi europei in una
speciale classifica di stati dove l’evasione rappresenta quasi il 38,2 % del
Pil. Nella speciale classifica degli evasori, l'Italia è al primo posto (38,2%
del reddito non dichiarato), seguita da Romania (37,1%), da Bulgaria (35,8%),
Estonia (33,1%), Slovacchia (32,4%). In Italia i principali evasori sono gli
industriali (33,4%) seguiti da bancari e assicurativi (30,8%), commercianti
(11,6%), artigiani (9,3%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti
(7,4%). A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest
(31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%)
e Sud (19,3%). Occorre certamente una svolta epocale nel sistema di tassazione
dei redditi con l’l’introduzione di due aliquote base al 10% per i redditi più
bassi e al 20% per i redditi più alti come in parte concepito da alcune
componenti politiche. Il collasso del sistema voluto dall’Europa non aiuta
certamente l’Italia che ha bisogno di lunghi periodi per il processo di
risanamento, inoltre la politica che amministra l’Italia, necessità di una
completa riconversione radicale che deve immettere solo persone di buon senso e
non altro.
Di Maurizio Cirignotta
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