Groenlandia nel mirino del presidente Trump, Europa in affanno
Il nuovo presidente degli stati Uniti delinea le sue mire geopolitiche, tra queste la Groenlandia un’isola collocata nell’estremo nord dell’Oceano Atlantico tra il Canada a sud-ovest, l’Islanda a sud Est, l’Artico ed il mar glaciale Artico a nord. E la nazione meno popolata della Terra. Attualmente appartiene al territorio del Regno di Danimarca dal 1953.La stessa Groenlandia gode fi una forma di autogoverno dal 1978. Ha fatto parte della Comunità Economica Europea dal 1973 al 1985 quando con un referendum decise di non farne più parte.
In seguito al referendum del 2008, vengono trasferite al governo le competenze in ambito legislativo, giudiziario e nella gestione delle risorse naturali. Il referendum, seppure oggetto di critiche e non vincolante per il parlamento danese, è stato riconosciuto da quest'ultimo e la sua applicazione è divenuta effettiva il 21 giugno 2009, costituendo un passaggio importante verso l'indipendenza. La Danimarca mantiene ancora il controllo su finanze, politica estera e difesa militare e provvede a un sussidio annuale (circa 3,4 miliardi di corone, pari al 30% del PIL per il 2008)
Le reazioni della Corona Danese sono intervenute immediatamente con il cambio dello stemma Reale vecchio di 500 anni che ha messo ora in risalto la Groenlandia e le isole Faroe come parte del regno. Copenaghen, infatti, ha dimostrato chiaramente in tal senso di non voler vendere l’isola agli Stati Uniti.
Una mossa ampiamente vista come un colpo di avvertimento a Donald Trump. Lo scioccante cambiamento di design segue a un acceso diverbio tra Trump e il Re Frederick dopo che il presidente eletto degli Stati Uniti ha rinnovato la sua richiesta di acquistare la Groenlandia dalla Danimarca. Ora il monarca danese ha ridisegnato lo stemma reale, che esiste da più di 500 anni, sostituendo le corone con orsi polari e arieti, gli animali che simboleggiano la Groenlandia e le Isole Faroe.
Trump nella sua risposta come descritto da Bloomberg ammette di non volere usare la forza militare per stabilire il controllo della Groenlandia ma anche il Primo Ministro danese che in precedenza ha sostenuto gli investimenti degli stati uniti proprio in Groenlandia ha sottolineato che l’isola non è in vendita
Sempre Il primo ministro danese Mette Frederiksen ha dichiarato di aver contattato il presidente Donald Trump dopo i suoi commenti sulla Groenlandia. Sono stati inoltre convocati i gruppi parlamentari, tra cui due della Groenlandia, per informarli su come il governo sta gestendo la situazione. La proposta del primo ministro è il dialogo ma, secondo lui, qualcosa di concreto si avrà quando il presidente eletto entrerà in carica.
Se ci sarà una guerra sarà sicuramente la più breve della storia perché la Danimarca ha traferito la maggior parte delle armi e dell’equipaggiamento all’Ucraina. In pratica l’Isola non ha nessun potenziale difensivo e le truppe americane sono presenti sull’isola dagli anni 40.la sua presenza sull’Isola è conseguente al trattato di pace del dopoguerra in cui Washington si impegna a difendere la Groenlandia dagli attacchi: “tenendo conto dell'incapacità delle truppe danesi di respingere autonomamente un potenziale aggressore”.
Una situazione alquanto ambigua che però vede la lungimiranza americana che, come potenza bellica, è riuscita ad innescare l’effetto guerra in Ucraina poi appoggiata dalla politica UE con conseguente indebolimento del potenziale bellico Europeo deficitario in gran parte per artiglieria, carri armati ed altro.
La Groenlandia rappresenta la prima avvisaglia di una debacle militare europea che già serpeggia in una Romania in deficit di bilancio per le spese militari che ha dovuto attuare restrizioni importanti per la popolazione e che vede la Georgia sotto pressione militare.
In seguito al referendum del 2008, vengono trasferite al governo le competenze in ambito legislativo, giudiziario e nella gestione delle risorse naturali. Il referendum, seppure oggetto di critiche e non vincolante per il parlamento danese, è stato riconosciuto da quest'ultimo e la sua applicazione è divenuta effettiva il 21 giugno 2009, costituendo un passaggio importante verso l'indipendenza. La Danimarca mantiene ancora il controllo su finanze, politica estera e difesa militare e provvede a un sussidio annuale (circa 3,4 miliardi di corone, pari al 30% del PIL per il 2008)
Le reazioni della Corona Danese sono intervenute immediatamente con il cambio dello stemma Reale vecchio di 500 anni che ha messo ora in risalto la Groenlandia e le isole Faroe come parte del regno. Copenaghen, infatti, ha dimostrato chiaramente in tal senso di non voler vendere l’isola agli Stati Uniti.
Una mossa ampiamente vista come un colpo di avvertimento a Donald Trump. Lo scioccante cambiamento di design segue a un acceso diverbio tra Trump e il Re Frederick dopo che il presidente eletto degli Stati Uniti ha rinnovato la sua richiesta di acquistare la Groenlandia dalla Danimarca. Ora il monarca danese ha ridisegnato lo stemma reale, che esiste da più di 500 anni, sostituendo le corone con orsi polari e arieti, gli animali che simboleggiano la Groenlandia e le Isole Faroe.
Trump nella sua risposta come descritto da Bloomberg ammette di non volere usare la forza militare per stabilire il controllo della Groenlandia ma anche il Primo Ministro danese che in precedenza ha sostenuto gli investimenti degli stati uniti proprio in Groenlandia ha sottolineato che l’isola non è in vendita
Sempre Il primo ministro danese Mette Frederiksen ha dichiarato di aver contattato il presidente Donald Trump dopo i suoi commenti sulla Groenlandia. Sono stati inoltre convocati i gruppi parlamentari, tra cui due della Groenlandia, per informarli su come il governo sta gestendo la situazione. La proposta del primo ministro è il dialogo ma, secondo lui, qualcosa di concreto si avrà quando il presidente eletto entrerà in carica.
Se ci sarà una guerra sarà sicuramente la più breve della storia perché la Danimarca ha traferito la maggior parte delle armi e dell’equipaggiamento all’Ucraina. In pratica l’Isola non ha nessun potenziale difensivo e le truppe americane sono presenti sull’isola dagli anni 40.la sua presenza sull’Isola è conseguente al trattato di pace del dopoguerra in cui Washington si impegna a difendere la Groenlandia dagli attacchi: “tenendo conto dell'incapacità delle truppe danesi di respingere autonomamente un potenziale aggressore”.
Una situazione alquanto ambigua che però vede la lungimiranza americana che, come potenza bellica, è riuscita ad innescare l’effetto guerra in Ucraina poi appoggiata dalla politica UE con conseguente indebolimento del potenziale bellico Europeo deficitario in gran parte per artiglieria, carri armati ed altro.
La Groenlandia rappresenta la prima avvisaglia di una debacle militare europea che già serpeggia in una Romania in deficit di bilancio per le spese militari che ha dovuto attuare restrizioni importanti per la popolazione e che vede la Georgia sotto pressione militare.
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