Giustizia, altra picconata: ora si parla di processo lungo..
Il voto al senato del 28 luglio 2011 con 169 voti favorevoli e 139 contrari ha sancito l’introduzione di una grande confusione nel sistema di procedura penale in italia. Un limite veramente invalicabile sulle contraddizioni tutte italiane,prima si parlava di processo breve ora invece la politica vota il processo lungo. Mentre il processo breve dettava dei termini ben precisi nell’ambito dei tre gradi di giudizio ,valutando in media un termine di 6 anni per i reati compiuti prima del 2006 , 8 anni per i reati compiuti dopo il 2006 e 10 anni per i reati di mafia,oggi il nuovo processo lungo agisce su vari articoli del codice di procedura penale (190, 238 bis, 438, 442 e 495). Tra i dettagli ,quello, che nel dibattimento la difesa potrà presentare una lunga lista di testimoni allungando i termini del processo ed arrivare più facilmente alla prescrizione. Altro nodo dolente è che il DDL considera non valutabile ai fini della sentenza una sentenza passata in giudicato di un altro procedimento. Chi è condannato all’ergastolo,inoltre, non potrà usufruire del rito abbreviato con la riduzione della pena a 30 anni. Il sospetto che tutti questi cambiamenti collegati alla giustizia abbiano un fine chiaro quello di favorire alcuni politici oggi implicati in molti processi eccellenti. Ma le leggi non sono fatte in nome del popolo?
Di Maurizio Cirignotta
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