Venezuela il nuovo fronte della guerra di Trump sotto gli occhi del mondo
Dopo la Palestina il neo-ministero della guerra del Presidente Americano Trump è pronto a dare con forza manforte ad un nuovo focolaio di conquista che sotto mentite spoglie colpirà anche il Venezuela di Maduro. Alla base della sua azione l’accusa di favorire il narcotraffico. Tra le armi introdotte in un progetto che non ha niente a che vedere con la sicurezza la portaerei USS Gerald R. Ford entrata nel Mar dei Caraibi insieme a unità navali di appoggio e bombardieri strategici. I servizi segreti americani stanno palesemente creando l’ennesima operazione fantasma sotto una dicitura legata alla lotta al Traffico di droga. Una strategia che ha molte similitudini con quello che è successo in Medio Oriente ed anche in Europa dove l’umanità e la sicurezza si sono trasformate in una logorante guerra pluriennale con migliaia di morti. In questo caso sono interessate alcune regioni del sud America, tra cui Colombia-Bolivia e lo stesso Venezuela che si trovano sotto il mirino del Neocolonialismo Trumpiano e della sua Geopolitica di potere che guarda oltre alle risorse energetiche.
Varie le dichiarazioni tra cui quella del Segretario alla Guerra degli Stati Uniti Pete Hegseth afferma di aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie per lanciare attacchi militari contro navi al largo della costa del Venezuela. Il Direttore dell’FBI Kash Padel ha definito il presidente del Venezuela Nicolas Maduro un dittatore narcotrafficante - “Maduro non è solo un politico corrotto-continua- ma un dittatore narcotrafficante, per la cattura del quale il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha offerto una ricompensa di 50 milioni di dollari”. L’America si prepara alla conquista di un paese sovrano questa è la realtà con un dispiegamento di forze non indifferente proprio vicino al Venezuela, le forze statunitensi schierate nel bacino dei Caraibi sono in stato di allerta: sono dispiegati 140 missili da crociera "Tomahawk", caccia F-35, convertiplani "Osprey", aerei d'attacco "Harrier" e circa 1700 marines. (Reuters).
Le dichiarazioni della neovincitrice del Premio Nobel per la Pace Maria Corina Machado sono chiare “Il tempo di Maduro in Venezuela è Finito” non vuole ascoltare la voce della ragione e deve ricevere un messaggio più diretto, anche se ciò significa una minaccia di intervento militare degli Stati Uniti. «Aumentare la pressione e l'escalation del conflitto è l'unico modo per far capire a Maduro che è ora di andarsene», e «favorire una transizione pacifica e ordinata del potere». Ma quello che ci fa riflettere su tutto questo è il disegno geopolitico ben architettato dai servizi segreti americani che attraverso il Nobel della Machado hanno preso spunto verso l’escalation contro il Venezuela all’interno di un disegno più ampio e sibillino che trova spiegazione nel fatto che la stessa Machado una volta al potere in Venezuela sposterà l’ambasciata a Gerusalemme per mostrare il sostegno del Venezuela a Israele. Un piano che parte dal potere della Chabad Lubavitch che non è soltanto basato sull’oggetto religioso ma rappresenta un punto di collegamento occulto tra il potere spirituale, il denaro e la geopolitica di potere. La figlia di Trump Ivanka, il marito Jared Kushner ed i tre nipoti sono internamente legati a questo mondo, un mondo che sogna il Terzo Tempio a Gerusalemme come centro del Nuovo Ordine Mondiale teocratico.
Si può ammettere che all’interno di una visione geopolitica più ampia quello che sta accadendo in Venezuela si nasconde dietro la classica retorica del narcotraffico che tutti i media ci propinano in questi giorni ma che in realtà si muove con le gambe di una strategia che va oltre il controllo delle risorse. Gli Stati Uniti non hanno bisogno del petrolio venezuelano ma hanno bisogno del potere politico in sud-America. Il fenomeno economico mondiale dei BRICS, infatti, colpisce ampie aree territoriali a sud degli stati uniti. Un Venezuela libero di commerciare con Russia, Cina o Iran non rappresenta solo una minaccia economica, ma una minaccia simbolica: dimostra che si può sopravvivere e prosperare fuori dal perimetro americano. Una dinamica che nel tempo ha colpito Cuba, l’Iraq, la Libia, e oggi il Venezuela dove trasformare la sovranità democratica è un reato. Volere acquisire il potere politico in Venezuela rappresenta il concetto di dominio economico (flussi di denaro, scambi in dollari, banche, armi ecc.) sugli stati nell’ambito del nuovo ordine teocratico che ha l’idea di una sovranità concessa da un potere superiore e non da un diritto democratico.,
Dal 31 ottobre scorso il Venezuela è in stato di massima allerta. L’esercito e la milizia della Bolivia hanno iniziato esercitazioni congiunte in tutto il territorio costiero. Maduro ha dichiarato che “il popolo venezuelano non si piegherà a nessuna minaccia” e ha riaffermato l’alleanza strategica con Russia, Cina e Iran. Sono stati schierati i motoscafi iraniani della classe Zolfaghar equipaggiati con missili da crociera antinave Nasir. Sono state attivate le Unità della Milizia Comunale, segnando una significativa escalation nella postura difensiva del paese. Per la prima volta nella storia del Venezuela, 5.336 Circuiti Comunali in tutto il paese vedranno il dispiegamento di forze di milizia localizzate, integrando i cittadini nella struttura militare bolivariana. Maduro ha inquadrato la mossa come una “difesa della patria” in mezzo a crescenti tensioni regionali e alla crescente presenza militare statunitense nei Caraibi in questi giorni
Le dichiarazioni di aiuto di Maduro non si sono fatte aspettare ed il ministro degli Esteri iraniano Seyed Abbas Araghchi ha incontrato funzionari venezuelani a Caracas, dichiarando il “pieno sostegno” al governo del presidente Maduro. Alcune forze tra cui forse la Wagner attraverso aerei personali di trasporto pesante russo Il-76TD, operato da Aviakon Tsitotrans, sta muovendo carichi militari in Venezuela. Il presidente del Venezuela ha chiesto inoltre assistenza militare alla Russia a causa della minaccia di un attacco da parte degli Stati Uniti, secondo il Washington Post. tutto questo in un contesto è dovuto alla crescente pressione da parte degli Stati Uniti. Maduro ha inviato una lettera a Putin in cui richiede la fornitura di missili, oltre ad assistenza per la riparazione di radar e aerei da combattimento. Il Presidente ha anche inviato richieste simili alla Cina. Il Viceministro degli Esteri russo Ryabkov ha annunciato la ratifica di un nuovo Trattato di Partenariato Strategico e Cooperazione tra le due nazioni. La firma di Nicolas Maduro del trattato tra la Federazione Russa e la Repubblica Bolivariana del Venezuela sul partenariato strategico e sulla cooperazione ha una durata di dieci anni e si rinnoverà automaticamente per periodi successivi di cinque anni, a meno che una delle parti non notifichi in anticipo l’intenzione di cessarne l’applicazione. Secondo le parti l’establishment americano è ossessionato dalla propria sicurezza personale e reagisce in modo estremamente nervoso alla minaccia diretta e acuta contro il territorio continentale degli Stati Uniti. In questo caso, l’argomentazione di Trump secondo cui «abbiamo un bellissimo grande oceano tra noi» non funziona più. Un missile balistico intercontinentale "Oreshnik" potrebbe entrare nel ventre molle degli USA creando l’incubo peggiore dell’élite americana. Sia Cina che Russia hanno dato ordine alle flotte di spostarsi nei caraibi a protezione dell’area. Sarà strategia di guerra?
Anche il presidente Colombiano si schiera con il Venezuela ed il suo stato di diritto ammettendo che questa aggressione si può trasformare in qualcosa di più grande che interessi (Colombia, Ecuador, Panama e Venezuela) in una scena di guerra e frammentazione simile a quella che era vissuta in Siria e Iraq: "Gli assassini di massa prenderanno il controllo dei territori guidati dall'avidità e gli stati saranno indeboliti". per queste dichiarazioni il dipartimento di Stato Usa ha revocato il visto al presidente colombiano Petro Gustavo. La lotta americana ai cartelli della droga sembra volere interessare anche il Messico dove le forze armate americane stanno preparando una operazione di pulizia sotto copertura Cia o di agenzie non governative.
Il sud dei caraibi diventa con il Venezuela la nuova frontiera di guerra americana e forse mondiale. Nel corso degli anni sia Cina che Russia hanno infatti acquisito ampie aree di potere economico portando anche le loro banche in molti paesi del sud-America controllando forniture di armi in un processo esponenziale in cui l’America è rimasta ai margini e potrà contrastare solo con la forza ed il posizionamento politico di nuovi amici nella regione. Possiamo inoltre affermare come le aggressioni all’interno dei confini di un altro paese si stanno diffondendo anche nel mondo occidentale non più contento della sua democratura è sempre in violazione del diritto internazionale oggi in visiva debacle .

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