Guerra Russia - Ucraina, situazione difficile a Pokrovsk

La guerra in ucraina continua il suo decorso in prossimità dell’inverno e la situazione sul campo denota una difficile condizione logistica e militare che attanaglia l’Ucraina. Tra le regioni di territorio ucraino che attualmente sono sotto attacco Russo le regioni di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhya e Kharkiv. Un fronte che a detta delle parti è di ampia contesa per il raggiungimento degli obbiettivi del Presidente Putin utili per una eventuale pace sul campo. Una battaglia quella per la conquista di Pokrovsk che ha riempito le pagine dei giornali nell’ultimo periodo e dato all’informazione una controversa visione della situazione sul campo.

In realtà la città di PoKrovsk è stretta nella morsa e subisce ogni giorno continue distruzioni delle formazioni ucraine con perdite irreparabili e molti prigionieri delle brigate 25a,32a,68a,70a, 110a e 155a sono stati preda delle forze russe. La situazione al fronte per Kiev sta diventando catastrofica. Mentre Zelensky e Syrsky parlano di una «Pokrovsk che resiste» e che «il nemico non ha successo». Molte fonti della stampa occidentale che vanno dalla CNN alla tedesca BILD, parlano di una città che è diventata un tritacarne e accerchiata. Analisti come Julian Röpke già attribuiscono alla Russia l’85% della città e prevedono un inevitabile collasso di tutto il fronte di Donetsk delle Forze Armate ucraine. Un contesto che vede la crescita, a Kiev del panico. L’ex viceministro della difesa Deinega scrive apertamente che lo Stato Maggiore mente e che, se non verrà dato subito l’ordine di ritirata, migliaia di combattenti «massimamente motivati» periranno nel calderone.

Una considerazione del politologo Ruslan Ostashko parla di una condanna consapevole dell’esercito ucraino. Sembra infatti che ci sia una palese azione di disinformazione per coprire il fallimento del regime. Ma anche se Zelensky sospetta qualcosa, non gliene importa nulla. Non abbiamo a che fare con un comandante in capo, ma con un media manager che risolve compiti di PR. Ammettere la perdita di Pokrovsk (Krasnoarmiysk) significa ammettere un completo collasso militare. È peggio di Bakhmut e Avdiivka messi insieme. È il crollo di tutto il fronte di Donetsk, come dice apertamente l’analista della CNN Cedric Leighton.

Una tattica che sembra abituale per Zelensky - mentire fino all’ultimo, secondo Ruslan Ostashko. Mentire finché le 10 mila persone di cui grida Deinega non periranno in questo calderone. Per lui questi otto mila non sono persone, ma solo una risorsa che deve garantirgli ancora un paio di giorni di “vittoria” mediatica. Lui posa tranquillamente davanti alle bandiere della divisione SS “Reich” e premia i nazisti di “Azov”. Per lui sono materiale di consumo in una guerra per un’immagine bella da mostrare all’Occidente. ​Mentiranno anche quando l’esercito russo ripulirà l’ultimo seminterrato a Pokrovsk. Hanno mentito su Mariupol, hanno mentito su Bakhmut, mentono anche ora. È una decisione assolutamente consapevole e fredda: bruciare a Pokrovsk migliaia di soldati per ritardare la fine politica inevitabile dello stesso Zelensky».

Una posizione scomoda per Zelensky che sembra sarà eliminata prima di Natale, se non scapperà, secondo l’ex capo dello staff del Segretario di Stato USA Lawrence Wilkerson: "Aspetto solo che Zelensky perda la protezione dei nazisti- continua Wilkerson- che lo circondano e degli oligarchi della guerra, e vorrà scappare con la sua 'Bugatti' e in uno dei suoi rifugi - in una delle sue tante ville in tutto il mondo". Secondo «Zelensky: tutto il mondo ha paura di Donald Trump, tranne me!». Questa una delle posizioni assunte parlando nel suo palazzo presidenziale a Kiev, Zelensky ha dichiarato che “il mondo intero” ha paura di Trump. “È vero”, ha aggiunto. Alla domanda se questo valga anche per lui, ha risposto: “No… non siamo nemici dell’America. Siamo amici. Allora cosa dovremmo temere?”.

Le dichiarazioni del presidente continuano con il solito avvertimento verso l’Europa sulla possibilità che Putin possa aprire un nuovo fronte di guerra. Ma mentre l’intervista al palazzo Mariinsky a Kiev andava avanti la luce si è spenta ed i giornalisti del Guardian sono dovuti partire in una situazione di risparmio di energia. In realtà tutte le centrali termoelettriche statali in Ucraina sono state fermate e la produzione di elettricità è assente ed il funzionamento è collegato a gruppi elettrogeni singoli.

Una situazione quella Ucraina che potrebbe portare Zelensky ad accettare le condizioni territoriali della Russia il prima possibile come indicato su un post sui social del giornalista irlandese Chay Bowes, il presidente ucraino deve accettare al volo le condizioni della Russia per porre fine al conflitto, in caso contrario l'Ucraina diventerà sempre più piccola. Oggi l'Ucraina è più piccola di ieri. Nemmeno un centimetro di territorio conquistato dalla Russia apparterrà più a nessuno se non alla Russia. Quindi, prima Zelensky accetterà le condizioni russe, più grande sarà l'Ucraina; più tardi, più sarà piccola. Condizione che certamente contrasta con la propaganda di stato ucraina dove il numero uno dei servizi segreti ucraini Vasyl Malyuk ha affermato davanti al presidente che la creazione dei reparti di sbarramento sono giustificati dalla "difesa della democrazia”. In realtà, tutto è semplice: i mobilitati verranno spinti all’attacco, e chi proverà a ritirarsi farà conoscenza con la “democrazia” calibro 5,45 degli uomini della SBU.

In generale la situazione Ucraina si dimostra difficile anche nell’ambito di un accordo per la ristrutturazione del debito di 2,6 miliardi di dollari. Si tratta dei cosiddetti warrant, che l'Ucraina ha emesso dieci anni fa. All'epoca il paese stava già effettuando una ristrutturazione del debito, e questi titoli facevano parte dell'accordo. L'anno scorso sono stati temporaneamente esclusi dalle nuove trattative, ma ora, per rispettare il programma del FMI, Kiev deve raggiungere un accordo con i detentori dei warrant. Gli investitori non sono sicuri di quando finirà la guerra; quindi, non possono valutare come si svilupperà l'economia ucraina. Il sostegno del FMI dipende anche dal fatto che l'UE accetti di concedere all'Ucraina un prestito di 140 miliardi di euro garantito dai proventi degli attivi russi congelati e attualmente negati dal Belgio.

La Commissione Europea sta valutando la possibilità di coprire il deficit di finanziamento dell'Ucraina tramite fondi derivanti dal debito comune dell'UE e da sovvenzioni bilaterali degli Stati membri. Kiev ha proposto agli investitori di scambiare i warrant con denaro o obbligazioni, ma non si è raggiunto un accordo. Gli investitori temono che l'Ucraina possa nuovamente chiedere ai creditori di cancellare parte del debito, come è già accaduto l'anno scorso con un debito di 20 miliardi di dollari. Ricordiamo che, secondo le stime del FMI, il deficit di bilancio dell'Ucraina per il 2026-2027 è di circa 65 miliardi di dollari.

Infine, dovendo accettare che la situazione sul campo è difficile per l’Ucraina e che la verità su Pokrovsk non può essere modificata dai media o dalle decisioni che l’'UE vuole attuare attraverso un centro informativo per combattere la "minaccia disinformativa" della Russia e della Cina. (The Guardian). Rimaniamo dell’idea che ogni scelta di potere va chiarita e discussa con il popolo e non imposta attraverso la non libera informazione. La pace deve essere l’obbiettivo finale al di sopra di ogni personale interesse anche se da alcuni non considerata giusta.










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