U.S.A.E , conferenza organizzativa del 3 e 4 ottobre 2014 ; “Adamo Bonazzi, si riconferma alla segreteria Generale”.
La conferenza organizzativa del 3 e 4 ottobre organizzata dall’ U.S.A.E , svoltasi presso il Riva Marina Resort di Corignano (Br), ha visto la presenta di circa 500 delegati sindacali Nazionali dell’F.S.I e di tutte le altre sigle confederate provenienti da tutte le regioni d’Italia. Un momento importante di riflessione sulla grave situazione economica che oggi vede l’Italia con una flessione del Pil nazionale del 30% un processo che dal dal 2008 ad oggi ci ha portato ad un Pil di 1600 miliardi di euro che si contrappongono ai 2000 miliardi di 7 anni fà. Cosa succede? Le piccole e medie imprese continuano ad essere in sofferenza ed il processo esponenziale dei licenziamenti continua in maniera incessante provocando disoccupazione e grande disagio sociale specie fra i giovani. Il pubblico impiego ,invece, è in stallo contrattuale da 5 anni e il potere di acquisto delle famiglie si è ridotto del 40%. Siamo in recessione? Una parola che alcuni anni fà era poco usata ma che oggi arriva alle luci della ribalta sindacale. Il governo Renzi opera con difficoltà e cerca di dare speranza agli Italiani ,sarà tutto vero?. L’ambito del lavoro è diventato per tutti campo minato anche per le sigle sindacali come l’U.S.A.E che opera al di fuori del sistema dei soliti cartelli politici. L’Art.lo 18 tanto discusso in questi giorni, ancora una volta si abbatte come una scure sui giovani che saranno i principali destinatari. L’abolizione delle provincie porterà a 56000 esuberi da dover ridistribuire nei vari settori dell’amm.ne pubblica la legge 56/14 ha operato togliendo enti inutili ma ora deve scontrarsi su eventuali licenziamenti e mobilità. Una premessa che è stata ribadita nelle varie relazioni ma che si è potuta toccare con mano nella dichiarazione del rappresentante del Governo Renzi, il Sott.rio al lavoro Massimo Cassano presente all’evento il 3 ottobre : ” Non c’è mancato il coraggio di portare avanti una riforma del lavoro ed ora siamo arrivati ad un punto difficile della nostra storia . Stiamo mettendo in discussione tutto e lo scontro con alcune sigle sindacali è aperto. Quello che sta facendo la CGIL non e corretto. Non ci manca il coraggio di reagire a questa situazione , ci scontriamo con il tempo ,oggi infatti una legge deve fare tre passaggi , emendamenti , commissioni ed altro una condizione che frena il sistema delle riforme. Tutto questo deve essere cambiato , le provincie sono un ente inutile con uno sperpero di soldi incredibile. Noi cercheremo di eliminarle . Siamo in un momento difficile e stiamo cercando di completare il quadro delle riforme per portare questo stato ad un sistema affidabile”. Una delle sigle confederate il CNI-F.S.I che rappresenta il comparto sanità e gli Infermieri , oggi capitanata da Dott. Michele Schinco , Segretario Nazionale, propone il proprio disagio sul sistema Salute Italiano: “Ci troviamo dal punto sindacale -dice Schinco- in una situazione di stallo che ha posto le organizzazioni dei lavoratori della sanità di fronte a dei mancati rinnovi contrattuali. Un governo quello attuale che tende a portare il blocco della concertazione del pubblico impiego fino al 2018 non presuppone chiare speranze per il futuro,in considerazione di un mancato rinnovo dal 2009 ed una falce di 9 anni di latenza i lavoratori hanno perso gran parte del potere d’acquisto della loro busta paga. Unica apertura è legata ai vari permessi retribuiti che il governo ha voluto attuare in questi ultimi mesi. Un condizione comunque di difficoltà da una parte e dall’altra degli attori che deve essere superata”. Al Dott. Francesco Balducci sempre del CNI-FSI, il plauso per la proposta del Progetto di legge sull’Infermiere di Famiglia già presentata nei mesi scorsi dall’On Dott. Benedetto Fucci . Lo stesso- Fucci -propone per la problematica un momento importante di cambiamento nella rete dei L.e.a Italiani :” Il plauso va dato all’amico Francesco Balducci – dice- l’On. Fucci che ha fornito la documentazione per il progetto di legge sull’infermiere di famiglia , quello che infatti ogni giorni troviamo e percepiamo in commissione affari sociali è una coperta oramai diventata corta , il governo sta facendo solo dei tagli lineari che non possono essere applicati alla sanità , mettiamo a repentagli il senso della costituzione cioè della salute dei cittadini. Non si può puntare solo al blocco degli stipendi del personale sanitario. Il progetto di legge già presentato da me agisce nella decontrazione dei costi della sanità basati proprio sulle professionalità dei sanitari. La legge 739/94 già parlava di questa figura e l’OMS diceva che in seno all’equipe sanitaria vengono segnalate due figure il medico e l’infermiere dove si incardina proprio l’infermiere di famiglia. Cercherò di permettere a questa proposta di legge un percorso veloce nella commissione affari sociali. Un processo che permetterà di lasciare il nostro anziano il nostro disabile a casa, con un risparmio economico che ricade a beneficio del contesto salute. Tra gli altri la dichiarazione di Concetto Mervoglino , segretario nazionale, confederato che ha puntato l’indice sull’art.lo 18: “l’art.lo 18 legato alla legge 300/70 ha già avuto già un sostanziale depauperamento dei suoi contenuti con la legge Fornero , allora perché cambiare quando lo stesso non dà sostanzialmente utili diritti ai lavoratori sul licenziamento? La stessa Ocse si chiede perché cambiare una modifica che è stata effettuata da soli 2 anni? Forse solo per dare un segnale politico che non porta sicuramente a nessun a risparmio economico”. Infine Adamo Bonazzi rieletto alla guida dell’U.S.A.E per i prossimi 4 anni , in qualità di Segretario Generale fa le sue considerazioni sull’operato del sindacato che nel tempo ha sicuramente fatto delle proposte valide tra cui quella dell’abolizione delle Provincie. Adamo Bonazzi nella sua relazione finale ha manifestato un chiaro disagio per il Governo Renzi :”Questo governo non aiuta le Organizzazioni Sindacali ,noi siamo per aprire un tavolo di confronto e vedere quali modifiche apportare al pianeta lavoro”.
Di
Maurizio Cirignotta
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