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Cop29 ennesimo fallimento a Baku

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I grandi della terra si confrontano a Baku dall’11 novembre 2024 al 22 novembre alla Cop29 per cercare di risolvere la problematica collegata al clima che ha determinato dei veri stravolgimenti delle stagioni e fenomeni estremi che nell’ultimo periodo hanno colpito il mondo. I cambiamenti climatici rappresenteranno la nuova sfida che gli stati dovranno affrontare con decisione e in tempi stretti Molta diffidenza serpeggia tra i negoziatori che si scontrano con le molteplici assenze e con testi messi sui tavoli delle varie delegazioni che non vengono nemmeno aperti. I manifestanti vengono solo messi a tacere e molte le notizie negative che si diffondono che rappresentano l’ennesimo fallimento dopo Dubai. Le dichiarazioni di alcuni Capi di Stato sono non in linea con il tema della Cop29 vedi la classica dichiarazione “Petrolio e gas sono doni di Dio” come ammesso dal presidente Azero Aliyev, o la dichiarazione della nostra presidente Meloni secondo cui tutte le fonti rinnovabili partend

La pace di Trump e la Guerra dell’UE, una contrapposizione fatale?

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Dopo l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump si aprono nuovi scenari nella guerra in Europa tra Russia e Ucraina. Una netta contrapposizione tra i fautori europei di una guerra ad oltranza e la fornitura di Armi a Zelensky. Un nuovo concetto paradigmatico che non si baserà più sul fatto che l’Ucraina deve avere una pace giusta ed una guerra ad oltranza senza tempo, ma su una visione dei fatti reali in termini di conquista dei territori da parte Russa con l’accettazione delle due parti in gioco di un valore superiore “La Pace”. Che sia una pace giusta come afferma Zelensky e tutto da vedere perché le prime avvisaglie del piano di pace di Trump prevedono la cessione del 20% dei territori Ucraini alla Russia e la presenza di una zona demilitarizzata. Come ammette il Wall Street Journal Il piano del nuovo presidente a cui stanno lavorando i consiglieri del tycoon prevede: una zona demilitarizzata di 1300 km lungo l'attuale linea del fronte. Nessuna pres

Usa: Trump ad un passo dalla vittoria

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Sono gli stati in bilico ad assegnare a Trump il 95% di possibilità di vittoria, attualmente con 266 grandi elettori a suo appannaggio e dopo la vittoria in Georgia e North Caroline e Pennsylvania. Mancano all’appello il Wisconsin con il 92% dei voti scrutinati Trump è in vantaggio di 4 punti percentuale sulla Harris, Michigan al 73% di spoglio sempre Trump in vantaggio al 52,2%, Nevada al 74% di spoglio il Tycoon al 51,4% con 4,4 punti in percentuale in vantaggio, infine in Arizona al 53% dispoglio si nota un testa a testa con in vantaggio Trump al 50,1% e una forbice dell’1,1% di soli 20.000 voti. Per la vittoria di Donald Trump a 48° Presidente degli stati Uniti serve solo una vittoria in questi stati ancora con dati non definitivi e 4 grandi elettori per raggiungere i 270 utili. L’America si veste di rosso come si può notare dalla mappa degli stati Americani. Trump al suo secondo mandato ha basato la sua campagna elettorale sulle politiche economiche basate su tagli fiscali con la

Guerra in Palestina, in attesa della risposta dell’Iran?

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Una guerra che ha provocato già 43.163 persone, tutte donne e bambini, nella striscia di gaza e 2000 morti in libano con una media di 1 bambino morto ogni giorno come dichiarato dall’UNICEF, condizione che ha determinato un odio che si è stampato già nel codice genetico delle future generazioni di una Palestina martoriata e oramai distrutta dal dolore. Israele intanto rinsalda il processo di guerra rispondendo all’attacco iraniano il 26 ottobre. Impegnati nel raid più di 100 aerei che si sono portati a 2000 km sui cieli dell’Iran. Secondo alcune immagini satellitari sono state colpite le sedi di fabbriche che producono i missili, Parchin e Khojir. Quattro sono gli edifici danneggiati dove era presente un impianto di miscelazione per il processo di produzione di combustibile solido per missili di difesa aerea a corto e medio raggio e missili guidati anticarro, ma non per missili balistici. I miscelatori sono importanti per la costruzione dei missili e sono stati acquistati in Europa in

San Cono: Paese del ficodindia

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San Cono un piccolo comune ai margini della provincia di Catania con 2541 anime (censimento 2021) situato in una zona collinare a 525 m sul livello del mare alle pendici dei monti Erei fa parte del libero consorzio dei comuni di Catania. La leggenda vuole essere stata costruita dal marchese Ottavio Trigona Bellotti nel 1785 e prende il nome dal Santo Cono Abate. La storia, infatti, racconta che un giorno un certo frate di Naso andò dal marchese Trigona per acquistare del grano ma non potendolo pagare in denaro diede in pegno un anello che il Marchese conservò. Dopo anni il debito non venne pagato ed il Marchese si recò a Naso per avere notizie del Frate, su una parete del convento, trovò il frate che gli aveva dato l’anello raffigurato in un quadro: era san Cono, morto più di cinque secoli prima. Convinto di aver assistito ad un miracolo, decise di fondare un paese e di dargli il nome del santo. Il marchese costruì il paese nel feudo Cono facendo costruire a spese proprie una chiesa e

BRICS la nuova era dell’Economia Mondiale

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L’evento di ottobre a Kazan città della Russia sud-occidentale posta sulle rive del Volga e capitale del Tatarstan ha rappresentato uno degli eventi Planetari più importanti del 2024 svoltosi tra il 22 ed il 24 . Il Brics è un’organizzazione intergovernativa nata nel 2001 nell’ambito ONU che inizialmente aveva l’obbiettivo di evidenziare opportunità di investimento per i paesi aderenti ma che poi si è evoluto come blocco geopolitico all’interno del quale sono nati accordi bilaterali importanti con l’intento di costruire condizioni di non interferenza, uguaglianza e reciproco beneficio dallo strapotere di altri Paesi. I membri che attualmente ne fanno parte sono i paesi fondatori quali il Brasile, la Russia, l’India ed il Sudafrica a cui si sono aggiunti nel 2024 Iran, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti. L’Arabia saudita viene invitato come paese invitato alle attività dell’organizzazione. Molti i paesi che hanno chiesto di entrare nel gruppo tra questi la Turchia, l’Algeria, la Biel

Italia in vendita!! Patrimonio nazionale in saldo.

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Il grande patrimonio italiano fatto di Industrie e intelligenza imprenditoriale comincia a sfaldarsi sotto gli interessi degli investitori Americani ed Europei. Tra i primi ad aprire le porte al processo di demolizione del Made in Italy è la Fiat. Oggi, infatti, l’azienda è inglobata all’interno del gruppo Stellantis attraverso la vendita della FIAT-FCA azienda costituita il 12 ottobre 2014 in seguito alla fusione di Fiat con Chrysler e con sede ad Amsterdam e domicilio fiscale a Londra. L’azienda in merito aveva ricevuto dall’Italia cospicue sovvenzioni statali per mantenere la produzione delle auto in Italia. La nuova Stellantis ha nel mondo circa 160.000 dipendenti con maggiore azionista EXOR che rappresenta la Holding della famiglia Agnelli con il 14,2% mentre il secondo azionista è Peugeot con il 7,1% ed il terzo è il governo francese tramite Bpi con il 6,1%. A comandare realmente il gruppo è Henri de Castries nominato Amministratore non esecutivo di Stellantis con effetto dal 17