Il federalismo leghista porta la firma dei siciliani


Sono 112 i deputati siciliani e del sud che hanno votato il federalismo portato avanti dalla lega. Un vero esercito di persone che si contrappone ai 59 deputati della leghisti e che dice di fare gli interessi della Sicilia. Un benessere che purtroppo ancora oggi è ben lontano dal nord ma che noi stessi continuiamo a picconare, il caso benzina è uno degli esempi di cosa riusciamo a produrre attraverso le tante raffinerie presenti nella nostra isola senza trarre nessun beneficio in termini di costo alla pompa. Altro esempio è quello dato dal rappresentante di Forza del Sud Gianfranco Miccichè che sembra avere stanziato nel suo ruolo istituzionale di segretario del CIPE con delega ai fondi FAS, ben 21 miliardi per le infrastrutture del Nord e solo 200 milioni per quelle del Sud. Costi che impediranno di mettere in sicurezza la Napoli-Salerno a favore della costruzione della Trieste-Lubianca. Ma qualcuno non aveva detto di volere la sicilia ricca e rispettata? Solo parole naturalmente perché quello che conta sono i fatti ed i siciliani ne sanno qualcosa in termini di lavoro , povertà,servizi,strade,ferrovie ecc.. Per dovere di cronaca comunque ecco l’elenco di coloro che hanno votato il federalismo municipale della lega : Martino Antonio,Micciché Gianfranco
Prestigiacomo Stefania,Stagno D’Alcontres,La Loggia Enrico,Catanoso Genoese,Gianni Pippo,Grimaldi Ugo,Cristaldi Nicolò,Fallica Giuseppe,Marinello Giuseppe,Romano Francesco,Alfano Angelino, Ruvolo Giuseppe, Misuraca Dore, Fontana Vincenzo, Scapagnini Umberto,Germanà Antonino,Gibiino Vincenzo, Garofalo Vincenzo, Giammanco Gabriella,Pagano Alessandro,Torrisi Salvatore,Scilipoti Domenico,Terranova Giacomo.

Di Maurizio Cirignotta

Commenti

Avvocati Coraggiosi ha detto…
LA POLITICA E L'ESERCIZIO DI GOVERNO NELL'INTERESSE DELLA COLLETTIVITA'

Di recente il Procuratore Nazionale Antimafia Grasso, intervenendo ad un convegno su "colletti bianchi e mafia", a proposito delle liste compilate dai partiti per le elezioni, ha auspicato che siano preventivamente adottate delle soluzioni per evitare che coloro che sono già considerati nell'ambiente con contatti cosiddetti "indecenti" vengano candidati alle elezioni, locali o nazionali.
Grasso ha anche evidenziato che "bisognerebbe trovare una legge in grado di impedire l'accesso alle candidature a chi ha determinate pendenze, pur nella presunzione di innocenza che prevale..." e che "sarebbe opportuno aspettare che la situazione personale del candidato venisse risolta...".
Ma purtroppo la questione morale non sembra interessare la classe politica siciliana.
Eppure è normale credere che in una società sana solo persone dotate di un alto senso della moralità, oltre che di specifiche capacità, possono servire il bene comune.
Invece chi ricopre incarichi istituzionali sembra agire senza l'attitudine a comprendere i problemi della società e molto spesso agisce fuori dall'etica e dall'onesta'.
Il soggetto politico sembra spesso perseguire un interesse personale, quello cioè di portare avanti la sua carriera politica intesa come "un lavoro".
L'attività politica non appare percepita come un impegno ulteriore, oltre la propria attività lavorativa, ma come l'opportunità di migliorare la propria condizione economica e sociale.
E così accade che il politico è attratto dalla logica degli affari e dello scambio dei favori, piuttosto che amministrare per il bene comune.
In tal modo la politica non risolve i problemi della collettività e provoca un danno grave alla società che si disgrega e perde la bussola.
Per questo ci sentiamo di condividere il pensiero del Procuratore Grasso che è intervenuto sul problema della questione morale.
Non vogliamo che chi ci rappresenta abbia dei procedimenti penali pendenti, sia sottoposto ad indagini, abbia a che fare con logiche affaristico-clientelari.
No vogliamo che chi si candidi a rappresentare la collettività ed a ricoprire importanti incarichi istituzionali sia sottoposto ad indagini giudiziarie o faccia uso di droghe.
La politica non è un lavoro ma un impegno nell’interesse della collettività.

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