Libia, l’ultimo genocidio all’ombra dell’Onu


Sotto l’ombra della religione mussulmana e dell’Onu si consuma l’ultimo genocidio prima della fine di una dittatura ,quella di Gheddafi ,ombre e luci di una trentennale oppressione del popolo magrebino che dal 1969 ha portato alla grande povertà la popolazione. Una fisiologica conseguenza quella della rivolta del popolo che viene considerato dallo stesso dittatore alla stregua di tanti ratti da schiacciare e da uccidere senza pietà, quello che conta,infatti, è il potere personale che viene elevato al di sopra delle migliaia di morti innocenti. La rivolta iniziata il 16 febbraio 2011 per l'arresto di attivista dei diritti umani continua incessante in tutto il paese e il 21 febbraio attraverso una continua repressione militare si raggiungono i 250 morti che lieviteranno il 22 febbraio raggiungendo le 300 vittime, iniziano i raid dell’aviazione e le bombe sulla popolazione entrano in azione migliaia di mercenari, Gheddafi parla alla nazione ed annuncia di non volere lasciare il potere a costo di uccidere tutti, attacca l’Italia e gli Usa. Il 23 febbraio inizia la strage degli innocenti con uccisioni di massa muoiono circa 10,000 persone, i feriti si contano in 50,000(fonte al arabya e twitter)un vero olocausto,Cirenaica, Bengasi ,Sirte, Misurata,Tobruk cadono in mano ai rivoltosi. Una grave situazione che sicuramente deve presupporre un intervento umanitario da parte dell’Onu non si possono permettere altre morti innocenti ed occorre immediatamente fermare ogni schizofrenia dittatoriale a favore e per il bene delle popolazioni. Purtroppo è l’Italia la prima ad essere tradita nel suo intimo democratico proprio per avere permesso a tali soggetti di essere osannati e sollevati alla rilevanza nazionale. Come al solito ci vendiamo al miglior offerente e l’onore patrio viene assoggettato al dio denaro, in questo caso quello del petrolio, del gas e delle varie compartecipazioni in varie società italiane . Gli accordi avvenuti tra il 2007 ed il 2010 hanno visto,infatti, l’Eni firmare un accordo con la Lybian National Corporation che prevede la presenza della nostra società di bandiera nella estrazione di petrolio fino 2042 e di gas fino al 2047. Lo scambio in denaro tra i due paesi ha raggiunto la cifra di 40 miliardi di euro siamo il primo patner europeo della libia, di questi 2,5 miliardi sono finiti nell’acquisto del 7% di azioni UniCredit , mentre l’Eni per l’1% è di proprietà dei libici , sul lato delle comunicazioni mediatiche invece il buon Silvio attraverso la Fininvest ed insieme alla Lafitrade controllano il 10% di Quinta Communications società di Tarak Ben Ammar, il 14,8% di Retelit, società di telecomunicazioni, è controllato dalle finanziarie libiche,infine anche Generali vede interessi libici nei propri capitali per non parlare della Juventus. In cambio di tutto questo alcune ditte italiane hanno avuto delle commesse per la realizzazione di 1700 km di autostrada sulla costa libica ed invece ditte quali l’Impregilo costruiranno un centro congressi ,finmeccanica avrà commesse per la vendita di elicotteri e l’Ansaldo avrà delle commesse sui segnalamenti ferroviari. Molte le commissioni ed i rapporti bilaterali che potranno,quindi, cadere con il nuovo futuribile assetto politico della Libia. Nel contesto sicuramente dubbiose le dichiarazioni del nostro presidente del consiglio che ha dichiarato di non volere “disturbare” Gheddafi .

Di Maurizio Cirignotta


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Il Video

Tripoli Burial Feb 22 from ODOE Community Uploads on Vimeo.




Liberate Libya from Belisarius on Vimeo.

Commenti

Anonimo ha detto…
Un altro politico che tradisce il suo popolo. O idiota o in malafede. I francesi vogliono il nostro petrolio, la BP vuole spazzare via l'ENI.
Veramente è rimasto solo Bossi ad avere le idee chare.

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