Provincie Italiane uno spreco da 14 miliardi di Euro ?


Una cifra da finanziaria , quella di 14 miliardi di euro, che rappresenta ad oggi per un’Italia sotto la scure della crisi economica un vero buco nero, difficilmente sanabile. Il punto di ricordo per fare tali considerazioni è il voto alla Camera del 5 Marzo 2010 con 305 voti a favore e 245 contro, del disegno di legge di conversione del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 2, recante interventi urgenti concernenti enti locali e regioni. Che ha sancito lo slittamento del blocco e della riduzione delle poltrone negli enti locali nel 2011. Mettendo il dito sugli sprechi possiamo notare come il sistema di potere nel territorio della penisola si basa oggi su centodieci provincie con un costo per lo Stato di 14 miliardi di euro e ben 61 mila dipendenti con l’aggravio negli ultimi anni della nascita di altre sette provincie mentre altre 21 sono in arrivo, senza tener presente che vi sono ben 19 provincie con meno di 200 mila abitanti. Nel corso degli anni ,comunque , abbiamo fatto un salto di qualità e di costi e siamo passati dalle 59 provincie del 1861 alle 110 di oggi. I costi di gestione si sono moltiplicati e gravano naturalmente sui cittadini che pro capite ogni anno pagano per mantenerle circa 160 euro ,che nel dettaglio sono 178 euro al centro,164 al nord e 143 euro al Sud. Il finanziamento delle provincie deriva per buona parte dalle imposte automobilistiche,dalla imposta sulla RC auto ed altre imposte legate all'auto. Cosa c’è sotto tutto questo? Certamente una vero sistema di potere che non può essere scardinato perche gli interessi sono trasversali, sia per la destra che per la sinistra. A nessuno interessa operare per le famiglie italiane, su cui, ricadono i costi di gestione di tali enti. Guardando l’Europa l’Italia non è l’unico Paese occidentale in cui esistono ben tre livelli di governo territoriale e sub-statale (comuni, province e regioni). Gli enti hanno la competenza su strade provinciali ,immobili scolastici, promozione dei prodotti del territorio,servizi sociali,ambiente. Prima di parlare di sperperi consideriamo però il dato Istat 2005 delle spese di tali enti che si attesta a +34,46% rispetto alle entrate. Tra gli sperperi possiamo annoverare incarichi esterni ad esimi professionisti, affitti scolastici esorbitanti,contributi per manifestazioni ,acquisti di suppellettili per centinaia di milioni,missioni d’oro, pagamenti di indennità e prebende che si aggirano solo in Sicilia in ben 150 milioni di euro ecc. Tra le varie Regioni d’Italia la Sicilia è quella che potrebbe eliminare da subito le infrastrutture Provinciali attraverso una norma prevista nello Statuto di autonomia speciale all’art 15 che prevede le circoscrizioni di comuni. Una condizione che permetterebbe alla Sicilia di risparmiare subito il 10% sul deficit strutturale Siciliano tra entrate ed uscite.

Maurizio Cirignotta

Approfondimenti sul caso province italiane

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