Il Movimento Polo Oncologico scrive al Presidente della IV commissione Sanità dell'A.R.S.

Al Presidente della IV commissione
“Servizi Sociali e Sanitari”dell'A.R.S
On. Beninati Antonino Angelo
Piazza del Parlamento ,1
90134 Palermo

Al Segretario
On.Marco Falcone
della IV commissione
“Servizi Sociali e Sanitari”dell'A.R.S


Oggetto : Richiesta Urgente di apertura Dipartimento di Oncologia di 2°Livello presso l'Ospedale Vittorio Emanuele di Gela nell'ambito del nuovo piano di riorganizzazione sanitaria della regione Siciliana.

Caro presidente le invio codesta missiva in relazione alla discussione che attualmente interessa la sua pregiata commissione dell'A.R.S in riferimento al piano di rientro che l'Assessorato Regionale dovrà proporre prossimamente all'attenzione dell'Aula che come tutti sappiamo accontenterà poche persone e getterà molti disagi nei territori interessati ai Tagli.

Pongo in questo senso alla sua attenzione la situazione del nostro territorio (Gela-Niscemi e Butera) caratterizzato dalla presenza di una problematica sanitaria prevalente ed importante basata sulla grande quantità di malati Oncologici e di Bambini Malformati in relazione alla situazione di grave impatto ambientale dovuto all'industria.

A questo proposito la porto a conoscenza del lavoro svolto negli anni da codesto movimento che il 24 ottobre 2006(convocazione n°49) ha avuto l'onore di partecipare in audizione presso questa commissione all'esame relativo alla richiesta di parere per l'Istituzione di un dipartimento di Oncologia di II livello Gela-Caltagirone,che a suo tempo fu esitato positivamente e posto alla programmazione regionale per la sua realizzazione dal Governo in essere a suo tempo.

Purtroppo la politica e le incombenze di disavanzo della sanità regionale sembrano avere dato un colpo di spugna ad un lavoro durato anni che ad oggi ha gettato i malati oncologici del nostro territorio nel pieno disagio ,vista anche l'impossibilità di poter fare in loco prevenzione-diagnosi e cura,infatti per un esame istologico occorre aspettare il più delle volte circa 30 giorni che rappresentano certo tempi non accettabili per un malato di tumore.

Una condizione utile quindi per attivare un dipartimento oncologico di 2° livello al fine di garantire standard assistenziali qualitativamente elevati e fornire prestazioni di elevato contenuto specialistico con il potenziamento dell’U.O. Oncologia Medica che oggi a Gela è rappresentata solo da un servizio e con l’Hospice per le cure palliative ai malati terminali oltre agli altri reparti indicati dagli standard oncologici nazionali.

Ritenendo opportuno anche ricordare alla S.V. come e perchè le strutture per l'Oncologia non sono mai state create nella città di Gela che ad oggi ha solo rappresentato una merce di scambio per tutte le strutture limitrofe, alimentando continuamente i soliti viaggi della speranza.

Ribadendo viste le premesse alla sua persona una mera necessità di un input positivo in tal senso, voglio ricordarle che Gela e’ stata classificata zona ad alto impatto ambientale come rilevasi dal D.P.R del 17 Gennaio 1995 riguardante l’approvazione del”Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Caltanissetta-Sicilia Orientale”non che’ dell’allegato B del D.M. 18 settembre 2001 ,n.468 (G.U. n°13 del 16-01-2002).

Che la legge regionale del 06/02/2006 n°10 che all’art.1,comma3 ,stabilisce che l’Assessorato Reg.le per la Sanita’,nell’ambito della programmazione e dell’organizzazione del nuovo Piano Sanitario Regionale ,puo’ autorizzare l’attivazione di nuove unita’ operative complesse ad elevata assistenza ricomprese nell’allegato A”Alta specialita’” come da decreto del 27 maggio 2003 “piano di rimodulazione della rete ospedaliera” oltreche’ nuove unita’ operative complesse in discipline oncologiche nei presidi ospedalieri o nelle aziende ricadenti nelle zone classificate ad alto rischio ambientale”.

Che i possibili effetti sulla salute derivanti da esposizioni ambientali dei residenti nei comuni con grandi insediamenti industriali effettuata dal Dipartimento osservatorio epidemiologico della Regione Siciliana - in collaborazione con l'E.S.A Epidemiologia Sviluppo Ambiente e con l'ASL ROMA/E «Stato di salute della popolazione residente nelle aree ad elevato rischio ambientale e nei siti di interesse nazionale della Sicilia - Analisi della mortalità (aa 1995-2000) e dei ricoveri ospedalieri (aa 2001-2003)» si è valutato il quadro di mortalità (1995-2000) e di morbosità (2001-2003) della popolazione residente nelle aree siciliane dichiarate dalla legislazione nazionale e regionale «aree ad elevato rischio di crisi ambientale», tra le quali rientra l'area industriale di Gela, mediante appositi parametri tecnico-statistici rispetto alla popolazione residente nei comuni limitrofi scelti come riferimento; lo studio citato ha evidenziato che nell'area di Gela vi sarebbe «un eccesso di patologie tumorali sia negli uomini che nelle donne; che si registra in particolare un aumento dei tumori dello stomaco, del colon retto, della laringe, dei bronchi e polmoni, della vescica e dei linfomi non-Hodgkin; un eccesso di ricoveri per le malattie cardiovascolari, per le malattie respiratorie e in particolare per le malattie respiratorie acute, per le malattie polmonari croniche, per l'asma bronchiale e per l'asma nei bambini». Contestualmente lo studio ha rilevato un eccesso di ricoveri negli uomini per la pneumoconiosi e nelle donne per le malattie del rene. Va evidenziato, altresì, che a Gela sono migliaia i casi di malformazioni congenite;
tale studio ha riportato che «è verosimile che gli eccessi di mortalità e morbosità osservati nelle aree di Augusta-Priolo, Gela e Milazzo siano attribuibili ad esposizioni professionali ed ambientali legate ai numerosi impianti industriali ed al conseguente inquinamento delle matrici ambientali»come indicato dalla risoluzione N. 8-00023 della XII commissione della camera dei deputati del parlamento Italiano.

Che a Gela è stato riscontrato un tasso di mortalità superiore alla media italiana del 57 per cento in più per i tumori allo stomaco per i maschi e del 74 per cento in più al colon retto per le femmine, del 13 per cento in più per i maschi e del 25 in più per le femmine per malattie cardiovascolari.

Che in essere codesto movimento viste le grandi disattenzioni della politica Regionale ha inoltrato in Ottobre una pubblica denuncia alla commissione delle Comunità Europee per lesioni relative ai diritti umani legati alla prevenzione ed alla cura della salute dei malati oncologici.

Con preghiera e con osservanza e secondo sua discrezione la prego di dare lettura in commissione di questa mia lettera e di tenerla in giusta considerazione in relazione anche ai bisogni dei malati oncologici che recriminano alla politica solo di avere negli ultimi anni della loro vita maggiore attenzione e salute naturalmente.

Grazie.

Gela 07/02/09
Il Presidente
Maurizio Cirignotta

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