Gela: “Caltaqua” mette il turbo ai contatori dell'acqua e chi non paga si vede tagliata l'erogazione di un bene comune “l'Acqua”.


A Gela come “Gomorra” e tra le varie piaghe che l'affliggono oggi la città spunta anche quella dell'acqua. I cittadini infatti credono che su questa città si sia abbattuta una maledizione quella dei disservizi e dei soprusi all'utenza. File interminabili infatti hanno invaso gli uffici di Gela del gestore privato “Caltaqua” che opera nella provincia di Caltanissetta su concessione dell'Ato Idrico cl6 .Alla base della protesta collettiva l'arrivo in questi giorni di bollette milionarie, che vanno da 500 a 3000 euro, nelle case delle migliaia di famiglie di Gela. Dall'analisi attenta di una delle tante bollette vediamo nascere un problema di base, l'aumento dei consumi delle famiglie dopo la sostituzione a tappeto di tutti i contatori dell'utenza Gelese, avvenuta tra giugno e luglio del 2008. Una famiglia di tre persone oggi riesce a consumare a Gela in tre mesi ben 307 m3 a fronte dei precedenti consumi che si attestavano a 50 m3,in termini di denaro parliamo di una bolletta di circa 600 euro. In considerazione poi del nuovo tariffario che il gestore ha applicato si denota anche che a partire da 48 m3 l'acqua viene pagata ad 1 euro e 27 centesimi escluso IVA. Molte le considerazioni a tal proposito che evidentemente puntano il dito sulla possibilità che i nuovi contatori girino anche in assenza di erogazione e permettano il conteggio anche della pressione dell'aria che a gela viene immessa nella rete con molta facilità visto che l'acqua non viene erogata sistematicamente nelle 24 ore con ampi spazi morti rappresentati in taluni casi da intere settimane all'asciutto per gran parte delle famiglie. Nella bolletta inoltre viene indicata una quota relativa al canone di depurazione che come tutti sanno non corrisponde solo alla depurazione fognaria ma anche al tipo di acqua che viene erogata nei rubinetti di casa(Vedi sentenza della Corte Costituzionale del 10 ottobre n. 335 che ha dichiarato illegittima la legge Galli la n. 36 del 1994 “Disposizioni in materia di risorse idriche"), e Gela in questo senso può recriminare la non potabilità vista la qualità dell'acqua che continua a sgorgare dai rubinetti. Ad acuire la piaga il taglio dei contatori per morosità che avviene sistematicamente nelle ore notturne onde evitare ritorsioni da parte dell'utenza che naturalmente non vuole rimanere a secco. Ma l'acqua oggi è veramente un bene di prima necessità e di così basilare importanza per la vita umana? La risposta sarebbe plausibile visto che l'organismo umano è costituito per il 65% da Acqua ma non è certa per tanti altri motivi che mettono in primo piano non la salute ma il business come risulta dal preliminare di contratto che l'Ato Idrico cl6 di Caltanissetta ha sancito con “Caltaqua”,in cui si permette alla società di sospendere la fornitura di acqua,secondo quanto previsto dal contratto,quando dopo vari preavvisi di pagamento delle bollette queste non sono pagate. Allora a questo punto acqua in bocca perchè oggi in relazione anche anche all'art.lo 23bis del DL 112 del 25 Giugno 2008 dove si sancisce che l'acqua non è più un bene comune è sarà sempre più una merce e non un diritto fondamentale umano e tutti i mercanti autorizzati possono appropriarsene per trarne ampi profitti(Veolia-Latina tariffe +300%).L'acqua quindi, oggi, rappresenta l'oro bianco, costruito con la permissione dei nostri politici,che hanno svenduto già il 65% del nostro corpo umano a discapito anche della collettività Gelese che oggi è stata buttata nel disagio più profondo.
M.C.

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