ORA BASTA!! DENUNCIA ALLA COMMISSIONE DELLE COMUNITA' EUROPEE

In 40 anni a Gela abbiamo subito dei veri maltrattamenti inerenti la salute ed abbiamo pagato con Tumori e Malformazioni, oggi vogliono ancora di più acuire la piaga gettando acido cloridrico su di una ferita che ancora non riesce a rimarginarsi da anni. Eleggiamo i nostri rappresentanti politici per cautelare i bisogni del nostro territorio, ma solo, le Associazioni Riunite hanno alzato la testa con la petizione popolare,purtroppo ancora una volta sono i cittadini ad alzare la prima pietra per territorio di Gela. La Politica? Sicuramente prenderà la palla in balzo , ma credo che sia giusto prima di eventuali conferenze stampa e fiumi di parole non prendere meriti personali perche tutti vedranno la bassezza della politica Gelese che opera solo di rimbalzo e nell'interesse dell'Odiens quotidiana. Occorre dare merito alle logiche di popolo prima che accontentare le logiche politiche collegate alle poltrone ed al potere decisionale regionale. La mia denuncia ha il compito di coagulare i bisogni di salute negati da tanti anni ai cittadini Gelesi che soffrono in Silenzio in seguito a scelte politiche sbagliate e senza mai recriminare un diritto sancito anche dall'art.lo 32 della costituzione. Segue il testo integrale inviato alla Commissione delle Comunita' Europee in data 13 ottobre 2008>>>

  1. Gela,centro industriale della zona sud della Sicilia orientale caratterizzata dalla presenza della raffineria AGIP-ENI dal 1961 produttiva nell’ambito della raffinazione del Petrolio Grezzo Piceo che si trova nel sottosuolo della piana .Ha un numero di abitanti che si aggira in circa 73.000 e ricade in una posizione geografica strategica che comprende nell’ambito di circa 30 km i comuni di Niscemi e di Butera. Classificata zona ad alto impatto ambientale come rilevasi dal D.P.R 08-07-1986 n°349 e dal D.P.R del 17 Gennaio 1995 riguardante l’approvazione del ”Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Caltanissetta-Sicilia Orientale”nonche’ dell’allegato B del D.M. 18 settembre 2001 ,n.468 (G.U. n°13 del 16-01-2002). In considerazione del fatto che ancora oggi a gela viene utilizzato dai due moduli della centrale elettrica della raffineria il pet coke(prodotto solido della raffinazione del petrolio contenente Zolfo e metalli pesanti tra cui il vanadio il nikel e gli idrocarburi polociclici) come combustibile utile a far funzionare le turbine elettriche con immissione in atmosfera di NO2 e SO2. In riferimento a tale situazione globale che si è ripercorsa per circa 40 anni a danno della salute dei cittadini di codesto territorio, la Regione Siciliana ha approvato la legge regionale del 06/02/2006 n°10 che all’art.1,comma 3, che stabilisce che l’Assessorato Reg.le per la Sanita’,nell’ambito della programmazione e dell’organizzazione del nuovo Piano Sanitario Regionale ,puo’ autorizzare l’attivazione di nuove unita’ operative complesse ad elevata assistenza ricomprese nell’allegato A”Alta specialita’” come da decreto del 27 maggio 2003 “piano di rimodulazione della rete ospedaliera” oltreche’ nuove unita’ operative complesse in discipline oncologiche nei presidi ospedalieri o nelle aziende ricadenti nelle zone classificate ad alto rischio ambientale”.Visti gli effetti sulla salute derivanti da esposizioni ambientali dei residenti nei comuni con grandi insediamenti industriali effettuata dal Dipartimento osservatorio epidemiologico della Regione Siciliana* - in collaborazione con l'E.S.A Epidemiologia Sviluppo Ambiente e con l'ASL ROMA/E «Stato di salute della popolazione residente nelle aree ad elevato rischio ambientale e nei siti di interesse nazionale della Sicilia - Analisi della mortalità (aa 1995-2000) e dei ricoveri ospedalieri (aa 2001-2003)» si è valutato il quadro di mortalità (1995-2000) e di morbosità (2001-2003) della popolazione residente nelle aree siciliane dichiarate dalla legislazione nazionale e regionale «aree ad elevato rischio di crisi ambientale», tra le quali rientra l'area industriale di Gela, mediante appositi parametri tecnico-statistici rispetto alla popolazione residente nei comuni limitrofi scelti come riferimento; lo studio citato ha evidenziato che nell'area di Gela vi sarebbe «un eccesso di patologie tumorali sia negli uomini che nelle donne; che si registra in particolare un aumento dei tumori dello stomaco, del colon retto, della laringe, dei bronchi e polmoni, della vescica e dei linfomi non-Hodgkin; un eccesso di ricoveri per le malattie cardiovascolari, per le malattie respiratorie e in particolare per le malattie respiratorie acute, per le malattie polmonari croniche, per l'asma bronchiale e per l'asma nei bambini». Contestualmente lo studio ha rilevato un eccesso di ricoveri negli uomini per la pneumoconiosi e nelle donne per le malattie del rene. Va evidenziato, altresì, che a Gela sono migliaia i casi di malformazioni congenite; tale studio ha riportato che «è verosimile che gli eccessi di mortalità e morbosità osservati nelle aree di Augusta-Priolo, Gela e Milazzo siano attribuibili ad esposizioni professionali ed ambientali legate ai numerosi impianti industriali ed al conseguente inquinamento delle matrici ambientali»come indicato dalla risoluzione N. 8-00023 della XII commissione della camera dei deputati del parlamento Italiano. Visto che nell'area del Gelese si è osservato un eccesso di patologie tumorali sia negli uomini che nelle donne e sia per la mortalità che per la morbosità; in particolare si registra un aumento dei tumori dello stomaco, del colon retto, della laringe, dei bronchi e polmoni, della vescica e dei linfomi non-Hodgkin. Oltre che un eccesso di ricoveri per le malattie cardiovascolari, per le malattie respiratorie e in particolare per le malattie respiratorie acute, per le malattie polmonari croniche,per l’asma bronchiale e per l’asma nei bambini. Si osservano inoltre, eccessi di ricoveri negli uomini per la pneumoconiosi e nelle donne per le malattie del rene. Considerato che in Sicilia ( mortalità 1995-2000 e ricoveri ospedalieri 2001-2003) è stato stimato un eccesso di mortalità e di morbosità per cause tumorali, quali quelle di polmone, colon-retto e pleura e per malattie cardiovascolari e respiratorie,4 nelle aree di Augusta-Priolo, Biancavilla, Gela e Milazzo. Visto lo studio dell’OMS e del CNR presentato il 5 giugno su Ambiente e salute nelle aree ad alto rischio Presentato alla alla VIII permanente Ambiente, territorio e lavori pubblici, in occasione della giornata mondiale per l’ambiente, nell’ambito dell’ Indagine conoscitiva sulla valutazione delle conseguenze ambientali provocate dall'inquinamento urbano, dallo smaltimento dei rifiuti e dalle aree ad alto rischio’ dove si specifica che in Italia sono presenti migliaia di siti inquinati di cui 54 Siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN); circa 6.000 Siti di interesse regionale per le bonifiche (SIR); 58 siti con elevata contaminazione da amianto; 1.550 siti minerari quasi tutti dismessi; 1.120 stabilimenti a rischio di incidente rilevante. I 54 SIN, che vengono gestiti dal ministero dell’Ambiente con Conferenze di servizi e godono di finanziamenti statali dedicati alla bonifica, interessano l’area di 311 Comuni, per una popolazione che va dai 6,4 agli 8,6 milioni, a seconda se si escludono o includono Milano e Torino.In considerazione del fatto che la dimensione del problema è dunque consistente, considerando oltretutto che dagli studi epidemiologici effettuati in molte aree appare chiara la relazione tra inquinamento e aumento della mortalità e di alcune malattie tumorali, croniche o acute. Secondo un recente studio dell’Organizzazione mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico nelle aree urbane interessa circa 9 milioni di italiani, circa il 16% della popolazione residente nelle 13 città di maggiori dimensioni, dove una media di 8.220 morti l’anno, tra il 2002 e il 2004, è da attribuirsi agli effetti a lungo termine delle concentrazioni di PM10 superiori ai 20 μg/m3.In 27 dei 54 siti di interesse nazionale per le bonifiche, il CNR svolge - tramite 16 Istituti - attività di ricerca sulle tecniche di monitoraggio ambientale, sui metodi e strumenti innovativi per le bonifiche dei siti inquinati, sulla valutazione dello stato di salute delle popolazioni. Oltre a Porto Marghera, i siti più studiati sono quelli sardi del Sulcis-Iglesiente, quelli siciliani di Augusta-Priolo e Gela e quelli pugliesi di Taranto e Brindisi. Per la zona di rilascio incontrollato di rifiuti in Campania, il CNR ha contribuito al lavoro realizzato dall’OMS per la Protezione Civile, individuando in un gruppo di 32 Comuni a maggior rischio una correlazione con i dati di mortalità e di prevalenza di malformazioni congenite nei nati.Vista la condizione di pericolosità ed il danno alla Salute della Popolazione evocato in circa 40 anni d' industrializzazione nel territorio di Gela e paesi limitrofi, in considerazione anche dell'attuale piano di rientro 2007-2009, avviato dalla Regione Siciliana su imposizione del Ministero della Salute Italiano, con decreto del 6 agosto 2007 e pubblicato nella Gazzetta Regionale Siciliana n° 40 del 31-08-2007 ,che presuppone un taglio alle competenze della locale Azienda Ospedaliera di Gela ed una drastica riduzione di posti letto e di innovazione tecnologica mirata alle patologie da industrializzazione con con un disagio notevole dei cittadini a cui verrà negato il diritto Umano alla salute specie per quanto riguarda la prevenzione la diagnosi e la cura di Tumori e Malformazioni. Infatti la precaria condizione dei malati Oncologici che oggi usufruiscono di un Day Hospital dalle ore 08.00 alle ore 14.00 sarà acuizzata dalla perdita di competenza del locale nosocomio. Si presuppongono quindi tutte le condizioni per una seria lesione dei diritti umani dell'uomo, attualmente garantiti dalla U.E. attraverso le sue direttive e da talune convenzioni internazionali quale la Convenzione per la protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti delle applicazioni della biologia e della medicina : Convenzione sui Diritti dell'Uomo e la biomedicina(Oviedo, 4 aprile 1997) che all'Articolo 3 –« presuppone un Accesso equo alle cure sanitarie,Le Parti prendono, tenuto conto dei bisogni della salute e delle risorse disponibili, le misure appropriate in vista di assicurare, ciascuna nella propria sfera di giurisdizione, un accesso equo a cure della salute di qualità appropriata ». Certamente una condizione non tenuta in considerazione dalle Politiche Nazionali Italiane e Regionali Siciliane che in 40 anni hanno dimenticato in termini di Salute il nostro territorio. In considerazione della negazione dei diritti umani a Gela oltre alla denuncia dei fatti chiedo alla commissione europea un atto di indirizzo comunitario a favore delle aree ad alto impatto Ambientale Nazionali e della Sicilia che presupponga l'obbligo di creare in codeste zone degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico per Patologie da Industrializzazione previsti anche dal Decreto Legislativo16 Ottobre 2003, n° 288. Tali strutture permetterebbero anche alla popolazione Gelese di poter fare finalmente Prevenzione, Diagnosi e Cura.

Maurizio Cirignotta


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