Sicilia: La corte dei conti bacchetta la gestione del 118.

A dare l’allarme sulla gestione del servizio emergenza urgenza in Sicilia ,la Corte dei Conti, che nella sua “Indagine sul funzionamento del 118 ”, depositata il 21 gennaio del 2008 ,ha dettato tutte le incongruenze gestionali che hanno determinato un vero buco finanziario. L’indagine ha infatti verificato le modalità organizzative, i costi e le eventuali criticità, con riferimenti alla fase della programmazione e della gestione del sistema. Addentriamoci nel sistema 118 e cerchiamo di capire cosa ha determinato tutto questo. La sicilia, come tutte le altre regioni si è adeguata nella gestione dell’emergenza, fin dal 2000 al D.P.R. 27 marzo 1992 che detta le linee guida in materia di gestione del servizio di trasporto sanitario di emergenza, ponendo in essere delle normative regionali di riferimento. Tra queste ricordiamo la legge regionale n. 30/93, che istituisce per la prima volta in sicilia una rete “unica ed unitaria” operante mediante l’attivazione di quattro centrali operative raggruppanti bacini territoriali infraregionali. All’interno della stessa legge l’art. 36 che al comma 2 lettera b), prevede la possibilità, per la Regione siciliana, di procedere alla gestione del servizio attraverso la stipula di convenzioni con la Croce Rossa Italiana - CRI. La prima applicazione di tale articolo è avvenuta con ulteriore legge regionale del 7 agosto 1997 n° 30 che assegnava in data 10 novembre 1998 e fino al 31 dicembre 2000 la gestione del servizio emergenza urgenza e del numero unico”118” alla CRI, che a sua volta affidava la gestione alla S.I.S.E. spa, nata nel 1999, come società mista e poi trasformata nel 2004 in spa a maggioranza CRI. Dalla convenzione iniziale detta “convenzione madre” stipulata nel maggio del 2000 si è passati alla data odierna attraverso varie leggi regionali e atti amministrativi che hanno prorogato la convenzione fino al Giugno del 2008. L’organizzazione del servizio in ambito regionale invece si basa sul Decreto assessore alla sanità del 27 marzo 2001 (decreto pubblicato sulla G.U.R.S. n. 17/01) ed intitolato “linee guida generali sul funzionamento del Servizio Emergenza Sanitaria Regionale S.U.E.S. 118”. Nell’ambito del decreto sono state istituite 4 centrali operative : Centrale Operativa 118 Palermo: bacino di utenza: Palermo–Trapani; Centrale Operativa 118 Caltanissetta: bacino di utenza: Caltanissetta– Enna- Agrigento; Centrale Operativa 118 Catania: bacino di utenza: Catania - Ragusa - Siracusa;

Centrale Operativa 118 Messina: bacino di utenza: Messina. Che operano attraverso personale fornito dalle aziende ospedaliere adeguatamente formato. Hanno una funzione di filtro attraverso il numero 118 e di allertamento del sistema territoriale gestito dal CRI-S.I.S.E spa. La dislocazione territoriale delle ambulanze è regolamentata dall’art.lo 3 della convenzione madre sopra citata che prevedeva un numero pari a 157 ambulanze , che però nella conferenza di servizio del 19 luglio 2005 e del 13 settembre 2005 indetta dalla presidenza della regione in presenza degli assessori competenti veniva aumentata fino a 231, ben 64 in più rispetto alla convenzione madre, con un conseguente aumento di personale dedicato da 10 a 12 unità ed un limite orario mensile di 30 ore. Tale numero di ambulanze è aumentato dopo 5 mesi di altre 49 unità fino a raggiungere le 280 il 7 marzo 2006, sempre a seguito di una deliberazione di Giunta regionale e con conseguente aumento di personale dedicato. Ad oggi quindi il numero di personale assunto dal S.I.S.E è passato dai 1570 della convenzione madre ai 3009 dipendenti (autisti-soccorritori), per un totale di 3310 se consideriamo anche gli amministrativi. Si denota quindi un quadro di raddoppio di mezzi e di personale che in soli 2 anni hanno aumentato la spesa globale del servizio 118 a dismisura, infatti come indicato dall’indagine della corte dei conti e dal Dipartimento regionale bilancio e tesoro – servizio 17 ragioneria centrale sanità, con nota n. 25813 del 24 maggio 2007, gli oneri derivanti dalla convenzione, stanziati in bilancio nel capitolo 412525, risultano cresciuti nel seguente modo:

  1. anno 2001 impegni euro 8.336.309,95
  2. anno 2002 9.991.434,29
  3. anno 2003 23.621.834,17
  4. anno 2004 47.228.411,85
  5. anno 2005 56.532.690,45
  6. anno 2006 119.950.539,39

A questi dati esaustivi si devono aggiungere le spese in misura del 10%, per costi relativi ai beni strumentali ed al personale non sanitario che ricadono sulle spese generali della regione siciliana come da convenzione e che hanno visto(vedi tabella) nel triennio 2004-06 le seguenti spese.

Spese generali

4.956.939,57-2004

5.641.357,20 –

2005

5.500.000,00-

2006

Tabella 5 Andamento nel triennio 2004-2006 dei costi relativi spese generali su dati Assessorato alla Sanità – Servizio 7 “SUES 118”.

L’indagine inoltre mette in luce il metodo con cui sono state fatte dal S.I.S.E spa le assunzioni di personale amministrativo (assunzioni dirette) ,criticando anche alcuni compensi che arrivano a 62000 euro annuali. Sempre secondo la corte dei conti nel reclutamento del personale adibito alle ambulanze non sono stati rispettati i normali canoni di assunzione per bando pubblico e con regolare pubblicazione nella G.U.R.S regionale, infatti solo la selezione dei 1978 soggetti da formare come operatori esperti delle situazioni di emergenza risulta nella G.U.R.S n. 2 del 25 gennaio 2002. Oggetto di critica inoltre la formula di acquisizione da parte del S.I.S.E spa delle ambulanze che secondo la corte dei conti non rispetta il metodo dell’economizzazione di spesa ,infatti secondo la stessa, le ambulanze invece di essere noleggiate, potevano essere acquistate direttamente con una differenza di spesa di circa 4.000.000 di euro rispetto ai 113.000.000 spesi per 5 anni di noleggio. Infine la grande incongruenza della convenzione madre Regione-CRI che viene avvalorata dalla recente impugnazione da parte della Commissione europea davanti alla Corte di Giustizia CEE (ricorso del 28.2.2006 causa C/119/2006) di una convenzione stipulata da una Regione per l’affidamento senza gara di servizi di trasporto sanitario ,condizione che viene esplicitata anche dall’art. 13 della legge 248/06 (“Decreto Bersani”), “Gli enti a capitale pubblico(CRI) non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, né in affidamento diretto né con gara”. Da tutto questo emerge sicuramente una gestione “leggera” della sanità pubblica siciliana che oggi è sotto la spada di Damocle del piano di rientro 2007-09, che ha tagliato risorse a destra e a manca nella vaga ricerca di far quadrare i conti con il governo centrale. Di contro la piena volontà del governo regionale di attuare una politica di sistemazione del personale precario che sotto alcuni aspetti è conseguenza anche del grave stato di disoccupazione in cui versano migliaia di giovani siciliani. Ma quello che conta è la notevole differenza di spesa che la regione siciliana oggi ha nella gestione del 118 rispetto ad altre regioni,dobbiamo quindi adeguarci.

Maurizio Cirignotta

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